Elementi della CIOAC-I hanno invaso un podere occupato dalle basi di appoggio zapatiste

 La Jornada – Sabato 31 luglio 2010

Hanno sparato agli abitanti, abbattuto alberi e rubato attrezzi, denuncia la JBG

Nel podere lavorano i municipi autonomi Lucio Cabañas, Comandanta Ramona e 17 de Noviembre

Hermann Bellinghausen

Membri della Centrale Indipendente Operai Agricoli e Contadini, chiamata Indipendente (CIOAC-I), provenienti dalle comunità Nueva Virginia (municipio ufficiale Altamirano), Jalisco e Getsemaní (municipio Las Margaritas), tutti di filiazione perredista, hanno invasoquesto giovedì il podere Campo Alegre, recuperato dalle basi di appoggio zapatiste dopo la sollevazione del 1994.

La giunta di buon governo (JBG) Corazón del arco iris de la esperanza, nel caracol di Morelia, ha denunciato che gli invasori hanno sparato contro i contadinii zapatisti, hanno abbattuto alberi, rubato attrezzi e minacciato di impossessarsi di una sorgente, “dove stiamo lavorando noi dei tre municipi autonomi: Lucio Cabañas, Comandanta Ramona e 17 de Noviembre”.

La JBG riferisce che, sul posto, le basi dell’EZLN stavano svolgendo lavoro collettivo di allevamento “quando sono venuti ad interrompere la nostra tranquillità”. Ed aggiunge: “Entrando nel terreno hanno abbattutodue pini con le motoseghe.”

Lo stesso giorno, verso le nove, “sono arrivati i nostri compagni incaricati del bestiame collettivo per vedere gli animali e sono stati colti di sorpresa sul nostro terreno recuperato da degli spari calibro 22, hanno iniziato a sparargli addosso quando erano a 100 metri”.

Più tardi, gli aggressori li hanno inseguiti “sullo stesso terreno. Una persona è sbucata dalla montagna e “da quattro metri ha sparato ai nostri compagni, per fortuna non colpendo nessuno; questa persona vive aLa Virginia, lo conosciamo di faccia, ma non di nome”, dichiarano le autorità autonome.

“Queste persone si sono appostate a 50 metri, dove prendiamo l’acqua da bere e dove si abbeverano i nostri animali, ed a 20 metri da dove si trova la recinzione, ed inoltre è la strada che comunica con altre comunità. Hanno fermato un compagno di un’altra zona chiedendogli se fosse coinvolto nel problema. Il nostro compagno ha risposto di no, e così l’hanno lasciato passare; ci domandiamo, ma ci chiediamo, se è uno dei nostri, che cosa gli faranno?”

La JBG spiega che le mucche “sono spaventate per il suono delle pallottole, vogliamo riprenderle perché si sono disperse e possono perdersi, stiamo cerando di non avvicinarci per evitare problemi maggiori”. Tuttavia, “l’atteggiamento di queste persone sta peggiorando econ presunzione dicono di essere stati macellai e che non gliene importa niente hanno pena quello che stanno facendo.”

La JBG ha identificato tra gli aggressori 17 coloni di Nueva Virginia, 10 di Jalisco, e di Getsemaní ignora quanti. Denuncia che gli organizzatori “di questa provocazione” sono Mario Pérez López, Paulino López Pérez e Genaro Vázquez Hernández, leader locali della CIOAC-I, i tre di Nueva Virginia.

“Queste persone seguono le istruzioni di Luis Hernández, leader dellaCIOAC-I”, che a sua volta, denuncia la JBG, “obbedisce” al governatore Juan Sabines Guerrero, e questo “obbedisce a Felipe Calderón”. Avverte che “se il problema si aggrava”, questi “saranno ritenuti i responsabilidiretti.

“Se non provvederanno a cacciare queste persone dal nostro terreno collettivo, sarà chiaro che vogliono peggiorare la situazione che ora stiamo subendo. Sul terreno recuperato dal 1994 stiamo sviluppando il nostro lavoro collettivo di allevamento di zona, promuovendo la nostra produzione autonoma e provocatori estranei sono venuti ad interrompere la nostra tranquillità.”

La mattina di venerdì, gli invasori hanno strappato un’insegna che indicava il “trabajadero” della zona autonoma Tzot’z Choj, e ne hanno messo un’altra che dice: “ejido Los Tres Pinos, municipio bananero (sic), gruppo CIOAC”.

La JBG dichiara: “Non abbandoneremo mai la nostra terra, la difenderemo come abbiamo sempre fatto”. http://www.jornada.unam.mx/2010/07/31/index.php?section=politica&article=013n1pol

Comunicato della JBG: http://enlacezapatista.ezln.org.mx/2010/07/30/la-jbg-%E2%80%9Ccorazon-del-arco-iris-de-la-esperanza-de-morelia-denuncia-provocacion-de-la-cioac-independiente-del-prd/?utm_source=feedburner&utm_medium=email&utm_campaign=Feed%3A+EnlaceZapatista+%28Enlace+Zapatista%29

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Allerta rossa – repressione nel Municipio Autonomo di San Juan Copala

da NodoTraduzioni

Ai mass media
Ai popoli indigeni di Mexico e del Mondo
Alle organizzazioni di diritti umani, nazionali ed internazionali.
Ai movimenti sociali, organizzazioni di sinistra, democratiche e rivoluzionarie.
Alle Donne ed Uomini degni che difendono la lotta per la verità, la giustizia e i sogni di autonomia e che giorno dopo giorno difendono il Mexico ‘dal basso’, che resiste e si rialza, a tutti quelli che si solidarizzano e sognano un mondo migliore.

Sorelle e fratelli,

Oggi, ancora un’altra volta, è stato ripreso e colpito il Municipio Autònomo di San Juan Copala da Ulises Ruiz Ortiz ed Evancio Nicolàs Martìnez , che deviando l’attenzione ne approfittano per farci sparire come municipio, la morte di Anastasio Juàrez, dirigente del Grupo Paramilitar UBISORT che ha da fare con le lotte, per il controllo politico dalla presidenza di JUXTLAHUACA per imporre suo presidente ad interim, così come come i conflitti contro taxisti dalla CNC ,che sono stati trattenuti e rapinati i giorni scorsi nella savana, tra tanti altri atti di repressione contro la gente del mercato municipale, che cerca di accusare al Municipio autonomo per smantellarlo, indicandoci come i responsabili dalla morte di uno dei più violenti paramilitari dalla regione, responsabile delle aggressioni nella regione di Juxtlahuaca y Tlaxiano, che pure aveva vincoli col crimine organizzato e operava come sicario di Carlos Martìnez Villavicencio e dei fratelli Mejìa, sotto la tutela del governo dello stato.

           Il governo di Ulises Ruiz continua a reprimere il Popolo di Oaxaca, specialmente il Municipio Autonomo di San Juan Copala , oggi  30 Luglio alle 12:15 dalla sera sono entrati più di 100 elementi dalla polizia Preventiva con 30 uomini pesantemente armati, tra i cui si distingue nel fronte operativo Rufino Juàrez , Antonio Cruz alias el Pàjaro , Ramiro Domìnguez , Julio Cèsar Morales Martìnez tutti dirigenti del Gruppo Paramilitare della UBISORT che comandavano la polizia dello stato. Sono proprio loro quelli segnalati come aggressori e assassini di Betty Cariño e Jyri Jaakkola il 27 aprile di questo anno, come di altre aggressioni contro donne e bimbi dalla comunità.
Non possiamo dimenticare che si impossessarono con la forza armata e con l’appoggio e protezione del Governo Ulisista l’8 giugno quando provava ad entrare la carovana umanitaria chiamata ‘Betty Cariño e Jyri Jaakkola’ senza che essa potesse arrivare a destinazione a causa degli accerchiamenti imposti dallo stato e per i tre posti di blocco dalla Ubisort.

È inconcepibile che il governo crei uno scenario in cui, sfruttando la morte di Anastasio Juàrez, abbia preso con le armi la comunità di Copala, dove le donne, che cercarono di trattenere con la forza, sono state vittime di aggressioni con spari non solo dalla UBISORT ma anche dalla stessa polizia statale preventiva, provocando in questo momento il ferimento di alcune persone.
Le due compagne ferite Selena Ramìrez Lòpez di 18 anni ed Adela Ramìrez Lòpez di 15 anni e due i nostri compagni scomparsi Alfredo Martìnez e Hipòlito Merino sono i casi che fin’ora noi sappiamo, ma tante altre donne e bambini che rimangono nascosti dentro le case o nel monte col rischio e la paura di essere assassinati, facendoci vedere come lo stato aiuti con la massima protezione questo gruppo paramilitare.
Intanto una carovana umanitaria è vittima di aggressioni con pallottole e un’altra carovana civile e pacifica è stata minacciata come è successo con quella dell’8 Giugno.

Noi denunciamo che è stata messa sotto pressione la comunità dagli stessi paramilitari dalla UBISORT che ha lasciato installato/stabilito il governo di stato armato e con la protezione della polizia in civile che difende tale gruppo.

Facciamo perciò una chiamata urgente a tutte e tutti  i movimenti sociali, di donne, di diritti umani, a l’Otra Campaña, ai sindacalisti e a tutti uomini e donne che si battono contro questo crimine e contro la violenza che sta mettendo in pericolo la vita di persone innocenti.

Riteniamo responsabili il Governo di Ulises Ortiz, assieme  a Evencio Martìnez e Jorge Franco di quello che possa accadere alle donne, bambini e uomini della comunità, come della repressione nelle altre comunità, perciò esigiamo che cessino il conflitto e ritirino la forza paramilitare della UBISORT, così come tutti quelli che la sostengono.

Esigiamo l’intervento urgente del governo federale per fermare, smantellare e smilitarizzare il gruppo UBISORT che tiene la regione in un clima di terrore.

Non più violenza per il Nostro Popolo!

Prigione per i responsabili e gli assassini di Betty e Jyri

Per la Automìa del Popolo Triqui

Municipio Autònomo di San Juan Copala.

Oaxaca de Magón, Ciudad de la resistencia a 30 de julio de 2010.

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La Otra Europa Info – Spazio Radiofonico

 

 

La Otra Europa Info è un notiziario radiofonico realizzato dal Collettivo Nodo Solidale di Roma, l’Osservatorio America Latina dell’XM24 di Bologna, dal Collettivo Zapatista Marisol di Lugano e dal Centro de Producción Radiofónico y Cultural en Iztapalapa a Città del Messico.

In queste trasmissioni vengono raccolte e tradotte in spagnolo le principali notizie che arrivano dall’Europa in resistenza e soprattutto dall’Italia: mobilitazioni, esperienze di autogestione, la repressione dei governi. Una raccolta di voci ribelli che evidenziano e costruisconorelazioni di affinità con le lotte e i processi di autonomia dei compagni e delle compagne messicani.
Il progetto prevede la realizzazione di 4 trasmissioni nel corso dell’anno.

In questa puntata (dur.: 38′30″):

-El agua no se vende
– En España se tortura
– El tratamientosanitario obligatorio
– Fascistas en acción y acción fascistas
-Semana de movilización en contra de los Centros de identificación yexpulsión para emigrantes

– Marcha Sin Papeles Paris – Nizza
-Joy está fuera del CIE
– Carta de un grupo de presos en el CIE dePonte Galeria (Roma)

– Desalojo campamento gitanos enParis
– Solidariedad con la Flotilla humanitaria atacada en Gaza
-Solidariedad con Cópala desde Roma y Suiza

Ascolta qui:

http://ia360700.us.archive.org/8/items/LOEInfo_prim_2010/LOEInfo3_0_primavera.mp3

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I popoli indigeni nella lotta sociale contro l’aggressione neoliberista

Breve intervento dell’OIDHO, Organizzazioni Indie per i Diritti Umani a Oaxaca, presentato nel Foro "Militarizzazione e riforme strutturali", giugno 2010, Oaxaca. Il tema del documento è "I popoli indigeni nella lotta sociale contro l’aggressione neoliberista". Uno sguardo sulle/dalle lotte delle comunità rurali ed indigene di Oaxaca.

OIDHOè un’organizzazione aderente alla Sesta Dichiarazione della Selva Lacandona dell’EZLN, fondatrice dell’APPO e parte dell’AlleanzaMagonista Zapatista (AMZ).

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Campagna per combattere la strategia di disinformazione contro l’EZLN

 

La Jornada – Giovedì 22 2010

HERMANN BELLINGHAUSEN

Organizzazioni e collettivi aderenti alla Sesta Dichiarazione della Selva Lacandona hanno lanciato la campagna nazionale ed internazionale “Migliaia di rabbie, un cuore: viva le comunità zapatiste”, con l’obiettivo di “combattere la strategia di disinformazione e bugie, così come il vuoto mediatico rispetto alla repressione e persecuzione contro le comunità; denunciare i responsabili, ai diversi livelli di governo, partiti, impresari, piani di ‘sviluppo’, forze repressive e gruppi paramilitari”.

Inizialmente è convocata, a partire dal prossimo giorno 24, da circa 40 organizzazioni e collettivi dell’Altra Campagna, e da organizzazioni ed individui aderenti alla Zezta Internazional in Svizzera, Stato spagnolo, Grecia, Argentina, Cile, Colombia, Italia, Brasile e Francia, che affermano:

“Dalla sollevazione armata dell’Esercito Zapatista di Liberazione Nazionale (EZLN), questo è stato oggetto di attacchi, persecuzioni ed aggressioni nel tentativo del malgoverno di distruggere coloro che annunciano l’esistenza di un altro mondo possibile. Tuttavia, la resistenza e la lotta delle comunità zapatiste, insieme agli uomini e alle donne del Messico e del mondo, ha fatto fallire questa offensiva ed i compagni hanno progredito nella costruzione della propria autonomia, esperienza che è stata e continua ad essere esempio per le molte lotte di quelli che stanno in basso”.

Dal processo organizzativo dell’EZLN “che ha sempre lanciato ponti”, si dice nella convocazione, nasce la sesta dichiarazione, un appello “ad organizzarsi con loro in una lotta nazionale anticapitalista”, e che il governo “vede nell’Altra Campagna una minaccia reale al suo potere ed al suo sistema”.

Con la repressione del 3 e 4 maggio 2006 ad Atenco “inizia la strategia repressiva per frenare l’avanzata dell’Altra Campagna, mentre si intensificano le aggressioni alle comunità”.

Così, negli ultimi quattro anni la repressione contro l’EZLN e l’Altra Campagna è stata costante”, sottoforma di sparizioni, prigione, persecuzione paramilitare, minacce ed omicidi. “Molti sono stati gli sforzi per denunciare, resistere e combattere la repressione” che inoltre “vuole cancellare il diritto delle persone di decidere del proprio destino”.

Sebbene la repressione “sia stata costante, questa è cresciuta a partire dal 2009”, quando inizia una nuova tappa di aggressioni alle comunità che continuano “in diversi punti del territorio zapatista” dove esistono interessi economici, “hanno il proposito di distruggere la loro lotta e la possibilità di costruire relazioni sociali diverse da quelle capitaliste”.

Di fronte alle aggressioni in atto in, i convocanti sostengono: “Ci muove qualcosa che ci hanno insegnato i compagni zapatisti con la loro pratica etico-politica: che nella lotta sono importanti la strada ed il viandante, e che la costruzione di un altro mondo inizia da come ci rapportiamo tra di noi, imparando a prenderci cura del compagno”.

I convocanti indicano come riferimento delle attività della campagna che incomincia questo sabato, il 17 novembre, anniversario della fondazione dell’EZLN, data per “una mobilitazione nazionale ed internazionale”. http://www.jornada.unam.mx/2010/07/22/index.php?section=politica&article=018n1pol

(Traduzione “Maribel” – Bergamo)

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CAMPAGNA “MIGLIAIA DI RABBIE, UN SOLO CUORE: VIVA LE COMUNITA ZAPATISTE”

Campagna "Migliaia di rabbie, un solo cuore: viva le comunità zapatiste"

All’Altra Campagna;
Alla Sesta Internazionale;
Alla gente dal basso del Messico e del mondo:

 

Dal momento che si sollevò in armi, l’Esercito Zapatista di Liberazione Nazionale è stato oggetto di attacchi, osteggiamenti ed agressioni nell’intento del malgoverno di farla finita con quanti annunciano l’esistenza di un altro mondo possibile. Eppure la resistenza e la lotta delle comunità zapatiste, insieme agli uomini ed alle donne del Messico e del mondo, è riuscita adottenere non solo che fallisse l’attacco del malgoverno, ma anche che icompagni zapatisti abbiamo avanzato notevolmente nella costruzione della propria autonomia, esperienza che è stata e continua ad essere un esempio per le diverse lotte dal basso.

Dal processo organizzativo dell’EZLN, processo in cui varie volte si sono tesi ponti d’incontro fra la gente dal basso, sorge la Sesta Dichiarazione della Selva Lacandona. In questa, l’appello supera la solidarietà con gli zapatisti e invita ad organizarsi iniseme a loro in una lotta nazionale anticapitalista.

Per la definizione anticapitalista di questa iniziativa, così come per la decisione di molti e molte di farvi parte, il malgoverno vede nell’Altra Campagna una minaccia reale al potere stesso e al suo sistema. Con la repressione del 3 e 4 maggio ad Atenco inizia la strategia repressiva volta a frenare lo sviluppo dell’Altra Campagna, mentre riprendono intensivamente le aggressioni alle comunità indigene.

Nel corso di questi 4 anni la repressione contro l’EZLNe l’Altra Campagna è stata costante e su diversi livelli: dall’isolamento e il vuoto informativo, la menzogna nei mass media, finoalla sparizione forzata e all’incarcerazione di compagni/e, la persecuzione paramilitare, l’osteggiamento e l’assassinio. Di fronte a ciò, vari e molteplici sono stati gli sforzi per denunciare, resistere econtrastare la repressione che non solamente cerca di colpire coloro che lottano quanto piuttosto pretende far scomparire ciò che questi rappresentano: la sfida già lanciata che dimostra che la gente può decidere da sola il suo destino. L’appello a che "se toccano un@, toccano a noi tutt*" è, in questo senso, un modo di lottare insieme contro la repressione dei nostri compagni, mentre avanza la lotta anticapitalista. E’ un impegno fondamentale che assumiamo noialtr* aderenti alla Sesta Dichiarazione ed è uno dei primi appelli che ci fa l’EZLN attraverso la Commissione Sesta, nel senso che possiamo anche avere differenti modi e diverse lotte però è necessario organizzarci e lottare in maniera congiunta di fronte alla repressione.

La repressione è stata sempre costante, però avvicindandoci al 2010 s’è incrementata. A partire dal 2009, con quanto successo a Bachajon, iniziauna nuova tappa d’aggressioni contro le comunità zapatiste. Queste aggressioni in diversi punti del territorio zapatista dove ci sono di mezzo interessi economici, hanno il proposito di farla finita con la lotta zapatista e con la forma che oggi mantiene questa lotta, ossia la possibilità reale di costruire relazioni sociali diverse da quelle capitaliste e costruire questo mondo altro che s’intravede nell’esperienza dell’autonomia delle loro comunità e che si proietta a livello nazionale ed internazionale con la Sesta Dichiarazione.

Difronte alle aggressioni che stanno subendo i compagni in Chiapas, pensiamo che, come aderenti, dobbiamo rispondere. Oltre le analisi politiche, ci muove qualcosa che i compagni c’hanno insegnato con la loro pratica etico-politica: che nella lotta sono importanti il cammino ed il camminante e che la costruzione del mondo altro comincia da come ci relazioniamo tra di noi, apprendendo ad aver cura di noi fra compagni/e. Sono state molte le iniziative sorte dalla Sesta Lacandona nella quali si sono aperti degli spazi affinché potessimo dire quel che siamo e perché lottiamo; l’EZLN è stato uno specchio nel quale noialtr* ci siamo visti, e riflettendo, ci siamo scoperti. Pensiamo che adesso tocca a noi prendere iniziativa, girare lo specchio ed essere capaci di mostrare che in quello che siamo e per quello che lottiamo, ci sono anche loro, gli/le zapatist*.

Tenendo questo a mente e nel cuore,proponiamo:

Una Campagna per fermare la persecuzione contro le comunità zapatiste, che si chiami: Campagna "Migliaia di rabbie, un solocuore: viva le comunità zapatiste!" e i cui obiettivi siano:

– Contrastare la strategia di disinformazione e menzogna, così come il vuoto mediatico rispetto alla repressione e alla persecuzione che affrontano le comunità zapatiste.

– Denunciare i responsabili, siano essi i vari livelli di governo, partiti politici, impresari, pianidi "sviluppo", forze repressive dello Stato, gruppi paramilitari. Ovvero, denunciare questa strategia complessiva nel territorio zapatista.

– Diffondere la lotta dell’EZLN, la sua storia e il suo processo di costruzione dell’autonomia e la proposta della Sesta Dichiarazione della Selva Lacandona. Condividere l’importanza che ha l’EZLN nella storia del Messico e del mondo e la possibilità che ci da di distruggere il sistema capitalista e costruire un mondo altro. Fare esplicita la relazione fra la lotta zapatista e le diverse lotte che portiamo avanti come aderenti, soprattutto nella lotta contro la repressione e per la libertà dei/lle prigionieri/e politici/che. Ossia, farci specchio e guardare verso il Chiapas.

Pensiamo che sia necessario, per cominciare, proporre delle attività con una data definita per tracciare in maniera generale i tempi della campagna, che pensiamo possa realizzarsi a livello nazionale ed internazionale. Pensiamo che sia utile cominciare con qualcosa e da questo costruirla tutt’insieme. L’idea è che ogni collettivo, individuo, famiglia, organizzazione, ecc, realizzi nei tempi e nei modi che decida le azioni di diffusione che gli vengono in mente – brigate d’informazione, volantini, manifesti, scritte, striscioni, proiezioni, iniziative culturali e politiche, interventi, performance, chiacchierate… insomma, forme per riempire lo spazio pubblico. Parallelamente, che tutt* noi, gli/le aderenti, possiamo lavorare proposte a medio termine che possano convocare a coordinare gli sforzi, sia a livello regionale, nazionale ed internazionale.

Ora si, ecco la proposta:

24luglio. Inizio della campagna "Migliaia di rabbie, un solo cuore: viva le comunità zapatiste!": Giornata Nazionale ed Internazionale di Scritte. Ovvero, che tutta questa giornata la dedichiamo a fare scritte murali.

16 agosto. Giornata Nazionale ed Internazionale di Striscioni. Ovvero, che questo giorno riempiamo le strade di striscioni, sia fissi sia che li portiamo in giro per vari posti.

Proponiamo che ognuno documenti le proprie azioni come più gli piaccia così che, una volta finita la giornata, invii l’informazione a Enlace Zapatista – enlacezapatista.ezln.org.mx – e che serva inoltre per diffondere quello che abbiamo fatto.

Abbiamo in mente la data 17 novembre,anniversario della fondazione dell’EZLN, come data per lavorare a mediotermine con un’attività a livello nazionale ed internazionale, prodottodelle proposte e degli sforzi di coordinazione che lavoreremo duranto i4 mesi previi.

Per ultimo, pensiamo che questa campagna possa servire a rafforzare gli spazi di lavoro già esistenti e speriamo sviluppi nuove forme di coordinazione e lavoro collettivo fra aderenti.

Abbiamoaperto una pagina della campagna con l’idea che lì si possano condividere i materiali (grafica, informazione, etc…) da utilizzare durante la campagna, così come per convocare e proporre azioni coordinate e informare su quanto già realizzato.

La pagina è: milesderabias.blogspot.com. Qualsiasi cosa si voglia condividere sul blog, mandarlo a: milesderabias@gmail.com.

Pertutti quei collettivi ed organizzazioni che vogliano firmare l’appello,diamo tempo fino a giovedì 22 luglio alla mail:

E’ tutto compagni/e, speriamo di vederci in questo cammino che consideriamo tantoimportante.

Fermarmiamo la persecuzione contro le comunità zapatiste!
Libertà per i prigionieri politici e le prigioniere politiche!

Per vedere le adesioni, vai alla pagina del blog:
http://milesderabias.blogspot.com/

Tradottoda Nodo Solidale
http://www.autistici.org/nodosolidale/

 

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Aggrediti e torturati in Chiapas due aderenti all’Altra Campagna

http://chiapasbg.wordpress.com/2010/07/21/aggrediti-e-torturati/

La Jornada – Mercoledì 21 luglio 2010
Gli ejidatari di Mitzitón esigono il ricollocamento dell’Ejército de Dios

 HERMANNBELLINGHAUSEN

Due aderenti all’Altra Campagna del municipio di Teopisca, Chiapas, Gilberto Hernández Pérez e suo figlio Enrique Hernández Hernández, sono stati catturati da un gruppo di persone dell’Ejército de Dios nei pressi della comunità di Agua Escondida, dove sono stati picchiati e torturati. Secondo le autorità ejidali di Mitzitón, municipio San Cristóbal de las Casas, “l’unico motivo dell’aggressione è perché fanno parte dell’Altra Campagna ed appoggiano gli ejidatari che difendono il proprio territorio”. Si riferisce che: “Alle 19:30 di domenica, mentre il signor Gilberto tornava nella sua comunità dopo aver fatto visita ai parenti a Mitzitón, è stato fermato da circa 70 elementi dell’Ejército de Dios. L’hanno trascinato fuori dal suo camioncino e l’hanno preso a calci e pugni. Poi gli hanno messo una corda al collo e la benda sugli occhi”. Mezz’ora più tardi, suo figlio Enrique, venuto a sapere che il padre era stato catturato e picchiato, si è recato ad Agua Escondida. Lì, lo stesso gruppo “hanno aperto le portiere della sua auto trascinandolo fuori per i capelli ed hanno cominciato a picchiarlo, poi l’hanno legato ad un palo e gli hannobendato gli occhi”, mentre continuavano a picchiarlo. Quindi è arrivata la moglie. “A lei hanno detto che l’avrebbero violentata". Passata la mezzanotte sono stati portati nella comunità Ricardo Flores Magón (sempre Teopisca) dove risiedono i leader del gruppo evangelico. Lì sono stati interrogati con false domande che nascondevano la vera intenzione delle loro azioni: "Perché eri in macchina? Per portare le armi a quelli di Mitzitón?" Verso le 3:00 di lunedì sono stati liberatidopo essere stati obbligati a firmare un documento sulla velocità dei veicoli nel villaggio. Si sono quindi recati a denunciare l’aggressione alla Procura Indigena, a San Cristóbal, alle quattro del mattino, dove “sono stati fotografati, controllati per registrare le lesioni che riportavano”. Il medico legale non li ha visitati “perché aveva conclusoil suo turno”. Il funzionario stesso del Pubblico Ministero “ha visto in che condizioni erano i nostri compagni. L’abbiamo sollecitato affinché ordinasse che fossero visitati, ma ha detto che non poteva fareniente”. I feriti sono tornati alle proprie case “perché non sopportavano i dolori”. Il mattino seguente non sono riusciti nemmeno adalzarsi dal letto. Un’infermiera ha raccomandato di eseguire degli esami per escludere lesioni interne. Secondo le autorità di Mitzitón, coordinavano il gruppo degli aggressori – “partecipando al pestaggio”–: Juan Díaz Hernández, capo del Settore del Chiapas Solidario a Teopisca; Antonio López Hernández e Felipe Díaz Hernández (di Agua Escondida); Manuel Hernández de La Cruz e Antonio Díaz Hernández (di San Antonio Sibacá), e Francisco Gómez Díaz (di Mitzitón). Tutti dell’Ejército de Dios. I primi giorni di luglio gli ejidatari di Mitzitón avevano bloccato la strada San Cristóbal-Palenque per chiedere “il ricollocamento” dei membri dell’Ejército de Dios che ritengono responsabili di numerosi reati e di non cooperare con la comunità. Hannofirmato un accordo con gli emissari del governo il giorno 5. Una settimana dopo, l’ex pastore evangelico e leader politico dell’Ejército de Dios negli Altos del Chiapas, Esdras Alonso, affiliato al PRI, dichiarava alla stampa locale che gli evangelici di Mitzitón “non andranno via”, e che la richiesta degli ejidatari dell’Altra Campagna è “un’espulsione” per motivi religiosi.

(Traduzione "Maribel" – Bergamo)

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Conferenza stampa

La Jornada – Sabato 17 luglio 2010

Confermano la strategia “ai più alti livelli” per distruggere le comunità ribelli.  Brigata Europea: Resistenza al capitalismo, scuola per la libertà zapatista. Accusano “lamaggioranza dei mezzi di comunicazione” di criminalizzare il movimento

Hermann Bellinghausen. San Cristóbal de las Casas, Chis., 16 luglio. “Rinunciando ad egemonizzare ed omogeneizzare la società, gli zapatisti hanno saputo trasformare la resistenza al capitalismo nella scuola della loro libertà, attraverso la costruzione dell’autonomia che si declina in: organizzazione politica, salute, educazione, agroecologia, comunicazione, lotta per la terra e il territorio e per i diritti delle donne”.

In questo termini caratterizza l’esperienza delle comunità ribelli laBrigata Europea di Solidarietà con gli Zapatisti, che oggi conclude il suo viaggio nei cinque caracoles. Per questo, “insieme queste affrontano aggressioni talmente simili che non resta altro che confermare l’esistenza di una strategia globale, elaborata ai più alti livelli del potere politico, strettamente legati agli interessi dell’economia capitalista internazionale” per distruggere la resistenza.

Dopo aver visitato anche comunità minacciate o aggredite, la brigata ha riscontrato che “la costruzione di un sistema autonomo di salute ha permesso di ridurre la mortalità infantile e materna; si dà molta importanza al recupero della medicina tradizionale ed alla prevenzione evaccinazione”, nelle comunità.

Nel caracol di La Realidad opera un ospedale generale equipaggiato per interventi chirurgici, ultrasuoni ed analisi di laboratorio. La clinica della donna Comandanta Ramona, a La Garrucha, dal 2008 “è un riferimento per quanto riguardai diritti delle donne”.

L’educazione, “obbligatoria fino alla vecchiaia”, rappresenta un processo di cui la scuola fa parte, così come “condividere e lavorare nella comunità per tutta la vita”. A Morelia, per esempio, quest’anno esce la prima generazione dalla secondaria tecnica “i cui studenti assumeranno incarichi nell’educazione o in altri settori, secondo la necessità della loro comunità e la loro volontà”.

Un rappresentante dello stabilimento balneare El Salvador, ad Agua Clara, ha detto ai brigatisti: “Non abbiamo vergogna perché non stiamo rubando, ma lavorando la terra. Non abbandoneremo mai la lotta”. Ha sottolineato che la terra non si vende. “Tutto quello che prendiamo dalla terra, lo dobbiamo restituire. Il contrario di quanto fa il capitalismo che esige sempre di più dalla terra senza restituirle niente”.

Così, “l’autonomia zapatista si costruisce sul principio fondamentaleed ancestrale dell’attenzione alla terra e alle risorse naturali. La sovranità alimentare dipende dai principi dell’agroecología, dal rifiutode prodotti chimici e dalla conservazione dei semi nativi per non dipendere dalle multinazionali”.

Nel caracol di Oventic è stato spiegato alla brigata “come usare prodotti organici sostenibili e non chimici, perché provocano problemi di salute alla terra”.

E’ stato anche apprezzato il lavoro collettivo delle radio comunitarie e delle squadre di cineasti. Solo a Roberto Barrios la commissione video lavora dal 1998 ed ha pubblicato diversi documentari.

Gli osservatori europei rilevano che, in mezzo a tutto questo, “assistiamo in tutti le zone zapatiste ad uno scenario che presenta lo stesso sviluppo, dove l’azione governativa occupa un posto centrale”. Lemisure istituzionali sono state “insufficienti” per dividere le comunità, “cosicché lo Stato conta su altri alleati”, come gruppi religiosi di diverse chiese.

La maggioranza dei mezzi di comunicazione, aggiungono i brigatisti nella loro relazione finale, “contribuiscono al tentativo di isolamento del movimento zapatista” attribuendogli “comportamenti criminali”, e criminalizzandolo “si cerca di isolarlo dall’appoggio popolare”. Sommando le manovre clientelari dei partiti politici, “disponiamo del quadro completo di un’azione combinata di destabilizzazione”.

Tutto ciò poggia su “minacce istituzionali”: la presenza militare massiccia con pattuglie quotidiane e “le irruzioni improvvise di poliziotti nella zona zapatista, col pretesto di cercare armi o droga o di reprimere strumentali ‘conflitti intercomunitari’ “.

Al di là di questi interventi governativi, “la parte più violenta delle pressioni è esercitata dai gruppi paramilitari che moltiplicano leazioni in completa impunità”, aggiungono gli osservatori.

Il tentativo di “ridurre” il movimento zapatista risponde “a due obiettivi essenziali del potere: il controllo della popolazione attraverso le città rurali sostenibili e concretizzare la privatizzazione della terra a beneficio di investimenti multinazionali”.

(Traduzione “Maribel” – Bergamo)

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Los de Abajo – Solidarietà Europea

La Jornada – Sabato 17 luglio 2010

Gloria Muñoz Ramírez

La solidarietà si è imposta. Non deve essere stato facile per le ed icomponenti della Brigata Europea di Appoggio agli Zapatisti organizzarsi, arrivare dai rispettivi paesi e percorrere le cinque grandi zone zapatiste in solo 10 giorni. Non deve essere stato facile, ma l’hanno fatto ed hanno dimostrato, un’altra volta, che la solidarietànon si lesina, che gli zapatisti non sono soli e che la loro storia continua a segnare lo spartiacque nella lotta per un mondo più giusto, libero e democratico.

In momenti in cui la solidarietà internazionale viene criminalizzata esi impongono i tempi e le agende dell’alto, un gruppo di uomini e donneche rappresentano molti diversi collettivi, organizzazioni e individui attraversano l’oceano Atlantico, vanno nel sud del Messico ed intraprendono un viaggio attraverso per la resistenza, in una zona in cui la repressione, che non è poca, non riesce a fermare la costruzione di un mondo nel quale l’educazione, la salute, la cooperazione, la comunicazione, la giustizia e la cultura hanno un’altra dimensione, quella che si raggiunge solo col lavoro collettivo che, in primo luogo, difende la terra e il territorio.

La brigata non ha mai nascosto il suo sguardo impegnato. E’ venuta, senza sotterfugi, “ad abbracciare i compagni e le compagne zapatisti, adinteressarsi della situazione in cui si trovano, a condividere la loro realtà, documentarla e diffonderla”.

Durante la maratona hanno ascoltato le autorità autonome, che hanno descritto la violenza di cui sono vittime nella comunità di El Pozo, a San Juan Cancuc. Hanno anche raccontato che a Peña Limonar, Amaitik e Arroyo Granizo il governo vuole provocare “conflitti intercomunitari” dando sostegno ai paramilitari.

Gli zapatisti li hanno inoltre informati che “il malgoverno, attraverso gruppi paramilitari (OPDDIC, ORCAO) vuole recuperare le terreper sviluppare zone turistiche e sfruttare le risorse naturali vendendole ad investitori stranieri”, come a Bolon Ajaw ed Agua Clara. La brigata ha potuto constatare la depredazione del territorio compiuta dal governo nella Riserva della Biosfera dei Montes Azules, dove vuole di “depredare le comunità e ricollocarle, perfino pagando ‘indennità’ fino a 200 mila pesos”.

Non è sfuggito ai componenti della brigata che “il ruolo giocato dalla maggioranza dei mezzi di comunicazione contribuisce al tentativo di isolamento del movimento zapatista.

“Ci unisce la volontà e la necessità di costruire, attraverso le nostre ribellioni, quel mondo che sta già crescendo nella pratica, come ci hanno fatto conoscere i più degni di questa terra”, hanno affermato nella conferenza stampa finale.

Per maggiori informazioni: http://www.europazapatista.org

(Traduzione “Maribel” – Bergamo)

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ANCORA MINACCE DI SGOMBERI

La Jornada – Venerdì 16 luglio 2010

Indígeni del Chiapas denunciano di essere minacciati di sottrazione delle loro terre

Hermann Bellinghausen. San Cristóbal de las Casas, Chis., 15 luglio. “Il governo sta cercando distruggere le organizzazioni del popolo per impadronirsi delle terre”, sostengono i rappresentanti dell’ejido San Sebastián Bachajón, aderenti all’Altra Campagna. Gli ejidatari denunciano nuovamente azioni di vessazione e minacce contro comunità e coloni da parte di funzionari del governo dello stato.

In particolare, si riferiscono all’insediamento nel rancho Virgen de Dolores, occupato dagli indigeni agli inizi del gennaio scorso. Si tratta di un ex podere privato su cui reclamano il diritto da molti anni.

Lo scorso 7 luglio, alcune famiglie dell’ejido San Sebastián Bachajón, insediate nel rancho Virgen de Dolores, vicino al capoluogo municipale di Chilón, “sono state provocate da un gruppo di priisti chiamato Fundación Colosio, attualmente noti come del Partito Verde Ecologista del Messico (PVEM) e guidati da Carmen Aguilar Gómez”, che era arrivato sul posto accompagnato dal delegato di Governo a Chilón, Ledín Méndez Nucamendi, e dal sottosegretario di Operación Política della zona selva, Alejandro Constantino Pérez.

Secondo la nuova denuncia dell’ejido, queste persone “sono venuti conatteggiamenti violenti a minacciare i compagni, dicendo loro che sarebbe stato meglio che si alleassero col governo, poiché gli avrebbe pagato le terre e dato anche le case oltre a 30 mila pesos dai progetti”.

Nel caso di non avessero accettato la proposta, i priisti, oggi verdi, hanno avvertito gli indigeni: “è meglio che prepariate le valigie, perché occuperanno le terre”. Ma i coloni hanno risposto: “Noi,come organizzazione aderente all’Altra Campagna, non negoziamo con i delinquenti, tanto meno con partiti politici né col governo”.

Aguilar Gómez, oggi dirigente degli invasori, “quattro mesi fa è stato espulso dall’organizzazione per vari reati, come furto d’auto, ed attualmente è al servizio del governo”. Già in altri tempi, “quando era funzionario del municipio, aveva falsificato la firma sui buoni benzina,per questo aveva scontato un periodo di detenzione nella prigione di Yajalón, ed ora si nasconde nel Partito Verde con l’appoggio dal delegato di Governo”.

Questa persona si presenta ancora come rappresentante di San Sebastián, mentre non lo è più. Ed al governo “non importa con chi si allea”, commentano i rappresentanti ejidali. Ora, si mette con “delinquenti, per distruggere l’organizzazione che sta a difesa delle terre, e così impadronirsi dei centri turistici, come le cascate di AguaAzul” ed i suoi dintorni, ed imporre i “suoi progetti transnazionali”. Citano anche il progetto della superstrada San Cristóbal-Palenque.

Di fronte alla possibilità di “eventuali aggressioni ai compagni insediati nel rancho Virgen de Dolores”, gli ejidatari accusano “direttamente” il segretario di Governo, Noé Castañón León, “per i suoi interessi politici, poiché sta cercando di scatenare un conflitto control’organizzazione; come aderenti all’Altra Campagna dell’EZLN vogliamo dire chiaramente al governo che difenderemo le terre a qualsiasi costo”.

Nelle dichiarazioni rese oggi, i rappresentanti di San Sebastián riterranno responsabile il governatore Juan Sabines Guerrero “di quello che potrebbe succedere”. http://www.jornada.unam.mx/2010/07/16/index.php?section=politica&article=022n2pol

(Traduzione “Maribel”– Bergamo)

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COMUNICATO STAMPA N. 7

BRIGATAEUROPEA DI SOLIDARIETA’ CON GLI ZAPATISTI

15 luglio 2010

La Brigata Europea di Solidarietà col Movimento Zapatista visita il Caracol I “Madre de los caracoles del mar de nuestros sueños” nella comunità di La Realidad nella Zona Selva Fronteriza. Nell’incontro con i responsabili della Giunta di Buon Governo (JBG), nell’ambito della repressione che subiscono, parlano della depredazione del territorio nella Riserva della Biosfera dei Montes Azules, e dicono alla Brigata che li vogliono spogliare delle comunità e ricollocarli, pagando “indennità” fino a 200.000 pesos. Affermano che questi espropri di massa sono direttamente legati “alla privatizzazione ed al saccheggio delle risorse naturali” in una zona molto ricca di biodiversità, come acqua, petrolio, legno o interessi farmaceutici. “La terra è di chi la lavora e non permetteremo che ce la tolgano”, ha dichiarato la JBG. In questo contesto c’è già stato un intervento dell’Esercito Federale nella comunità del Municipio Autonomo “Tierra y Libertad” col pretesto di cercare armi nelle case dei contadini.

In quanto ai progressi dell’Autonomia gli zapatisti hanno informato la Brigata Solidale riguardo i settori di Salute, Educazione, Cultura, funzionamento del Governo autonomo nella zona, giustizia e la Banca Popolare Autonoma Zapatista.

Salute:

Nella zona sono stati realizzati un Ospedale-Scuola completo e tre cliniche municipali. Le promotrici ed i promotori di salute sono presenti in tutte le comunità. Hanno descritto l’importanza della Medicina Tradizionale che si pratica in tre ambiti: erboristeria, ostetricia e ortopedia. Hanno sottolineato l’importanza della prevenzione descritta in 47 punti, come per esempio le misure igieniche in tutti gli ambiti. Una responsabile di salute ha detto alla Brigata che a breve inizieranno nella zona le attività su Salute Sessuale e Riproduttiva. “Grazie alla strada fatta nell’ambito della sanità ribelle, la mortalità infantile e materna è decisamente diminuita”, ha affermato.

Educazione:

In questa Zona del territorio autonomo ribelle esistono 4 Livelli di Istruzione. Prenivel chiamato “Risveglio”, Primo Livello “Nuova Alba”, Secondo Livello “Nuova Creazione” e Terza Livello “Il cammino verso il futuro”. Affermano inoltre di avere opportunità per gli adulti che vogliono alfabetizzarsi. “I promotori e le promotrici non ricevono un salario, ma   aiuti per i lavori comunitari e per il vitto”, dicono.

Cultura:

“I nostri nonni possiedono molta esperienza anche se non sono andati ascuola. Sono molto preziosi per la nostra cultura”, dicono gli Zapatisti. Danno anche molta importanza alla musica come forma di espressione culturale.

Funzionamento della Giunta di Buon Governo:

“Siamo nominati dal popolo nelle assemblee senza bisogno delle urne, ma per consenso”. La JBG è formata da 24 componenti, 12 uomini e 12 donne dei quattro municipi e gli  incarichi sono a rotazione.

L’Altra Giustizia:

“Chi è nel torto svolge lavori per la collettività”. Non come fa il “malgoverno” che “mette in prigione per molti anni richiedendo un’enormità di spese”; le persone che commettono un errore devono svolgere lavori per il bene comune, commenta la JBG. Descrivono anche come agiscono nel caso della mafia del traffico di esseri umani, molto comune nella zona: fermano i “coyotes” (trafficanti di clandestini – n.d.t.) e lasciano liberi “i fratelli che cercano un lavoro”.

Ed infine descrivono alla brigata un progetto molto innovativo nel funzionamento dell’autonomia: La Banca Popolare Autonoma Zapatista (BANPAZ). Dicono che è una banca anti-capitalista e che ha un deposito fisso di denaro. Si concedono prestiti solo in casi di malattia per aiutarsi a vicenda e risolvere problemi economici causati da problemi gravi motivi di salute.

(Traduzione “Maribel”– Bergamo)

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COMUNICATO No. 6

 

Tradotto da Collettivo zapatista Marisol Lugano

15 di Luglio2010

Durante il suo tragitto nelle terre autonome del Chiapas,la Brigata Europea di Solidarietà con le e gli Zapatisti ha visitatoil Caracol V di Roberto Barrios, “El Caracol que habla para todos”,dove è stata ricevuta cordialmente dalla Giunta di Buon Governo“Nueva Semilla que va a producir”.

Le autorità autonome hannodenunciato i gravi casi di controinsurrezione nella zona norte delChiapas, per esempio, le agressioni alle quali sono sottoposte lebasi di appoggio nella comunità Choles di Tumbalà. Il 20 di maggio90 persone, guidate da integranti dell’organizzazione Xi’NichOficial, hanno invaso le terre di questa comunità con l’obiettivo dilegalizzare e privatizzare il territorio recuperato dall’EZLN nel1994. La Giunta ha enfatizzato che per gli zapatisti “la terra nonè mercanzia” ma “nostra madre”, la quale difendono e curano permantenere le loro famiglie. In questo senso gli zapatisti sonoriusciti a recuperare la comunità Choles di Tumbalà in modopacifico, la quale è tutt’ora sotto il loro controllo. Inoltre, la Giuntaha spiegato che il governo e i grandi investitori internazionalivogliono usare le terre zapatiste attraverso l’aggressione fisica,campagne di disinformazione, la fabbricazione di delitti el’inserimento di programmi assistenzialisti per dividere le comunitàin resistenza, con il fine di stabilire progetti turistici e dimonocultura per poter sfruttare le abbondanti risorse naturali dellazona.

I e le rappresentanti zapatistehanno messo in evidenza che le basi d’appoggio stanno soffrendo un“clima di paura” per la presenza delle forze di sicurezza del“mal governo” e per le attività dei gruppi paramilitari nellazona che “rubano, assaltano e stuprano”.

Nonostante la repressione e le campagnegovernamentali che ostacolano fortemente loro libera determinazione,le comunità zapatiste continuano con fermezza la costruzionedell’autonomia attraverso i progetti di salute, educazione,cooperative, lavoro delle donne, agroecologia e comunicazione.

Un aspetto emerso nella zona di RobertoBarrios è il vincolo tra le differenti aree di conoscenza.

Il Centro Culturale di Educazione eTecnologia Autonoma Zapatista (CCETAZ) è un buon esempio di questoconcetto. In questa struttura, i e le giovani, oltre ad apprendere,stanno raccogliendo diverse forme di conoscenza, per esempionell’agroecologia o nella salute. Si combina la saggezza indigena condifferenti elementi contemporanei, sempre con la preoccupazione diavanzare per il bene di tutti.

La comunicazione è un altrosettore importante nella zona del Caracol V. A causa dei problemi con igruppi dirigenti e paramilitari si è dovuto sospendere le radiocomunitarie. Ma ci sono comunque molte attività nell’area dei video;la commissione video lavora dal 1998 e ha già pubblicato varidocumentari sui differenti aspetti del movimento: testimonianze di anziani, registrazioni della musica tradizionale, documentazionedi lavori collettivi e di processi di resistenza in differenticomunità autonome della zona di Roberto Barrios e altre zonezapatiste. Questi video funzionano come una memoria politica,culturale e sociale del movimento e sono inoltre degli efficacistrumenti per diffondere la lotta zapatista in tutto il mondoattraverso differenti reti di solidarietà.

Alla fine dello scambio con la BrigataEuropea, la Giunta di Roberto Barrios ha voluto esprimere che la cosapiù importante son i processi di auto-organizzazione nei paesizapatisti: “ciò che conta è la coscenza. Non vogliamo briciole,bensì un mondo più giusto”.

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BRIGATA EUROPEA DI SOLIDARIETA’ CON GLI ZAPATISTI

 

 

COMUNICATO STAMPA N. 5

15 luglio 2010

Visita ad Agua Clara, Caracol IV “Torbellino de Nuestras Palabras

Nel suo quinto giorno di visita la brigata è arrivata allo stabilimento balneare El Salvador che appartiene alla comunità di Agua Clara. E’ stata molto cordialmente ricevuta nel paesaggio idilliaco situato sulle rive del fiume Xumul Ha. Questo luogo esiste grazie all’impegno assunto dagli Zapatisti per conservare gli spazi naturali.

Il territorio che circonda la comunità di Agua Clara è stato recuperato con la sollevazione  del 1994. La strategia di contrainsurgenciadel malgoverno ha provocato divisioni tra la popolazione. Ora, c’è gente che sostiene il PRI e l’Organizzazione per la Difesa dei Diritti Indigeni e Contadini (OPDDIC), che è l’arma che utilizza il malgoverno per provocare scontri tra le comunità. Il suo carattere paramilitare è dimostrato dalle numerosissime aggressioni che stanno subendo da quando quest’organizzazione è arrivata sul posto. (Si vedano i comunicati dellaJBG sulle aggressioni subite). Raccontano che il malgoverno manda la sua gente ad ammazzare e fare sgomberi. Minacciano, sequestrano e imprigionano fabbricando dei reati. Inoltre, agenti di polizia vengono sul posto in gran segreto per spiare.

Per accedere ad Agua Clara bisogna passare prima per due entrate a pagamento. La prima appartiene alla OPDDIC. Appropriarsi della terra pervenderla e privatizzarla è l’obiettivo di questa organizzazione. La seconda entrata a pagamento è degli zapatisti che tempo da tempo hanno recuperato questa terra e l’attività dell’hotel. Molte persone di diversi paesi vengono a visitare il luogo.

Allo scopo di far allontanare le persone, oltre a richiedere una tariffa d’ingresso doppia, alcune volte quelli della OPDDIC “spaventano”le persone che vengono in visita dicendo loro che gli zapatisti sono “ladri e malviventi”.

Prima, lo stabilimento balneare era un ristorante che poi era diventato un bar dove si vendevano alcolici. Gli zapatisti hanno recuperato questo spazio per preservare la natura e creare uno spazio a disposizione di tutti. Per vigilare e gestire il luogo si organizzano collettivamente attraverso dei turni.  Raccontano alla brigata che alcuni vengono da regioni molto lontane ma non desistono: “Ora che siamoqui, non lo cederemo mai”

Sottolineano che la terra non si vende ma è di chi la lavora, ed è illoro modo di resistere al progetto di privatizzazioni del governo che usa il pretesto di proteggere la Riserva Naturale. Gli zapatisti non la gestiscono per fare affari o perché se ne approfittino poche persone. Affermano che non hanno bisogno dei soldi, ma quello che vogliono è lavorare. Lavorare la terra collettivamente, preservarla affinché i lorofigli e le generazioni future ne possano godere. “Non abbiamo vergogna perché non stiamo rubando ma stiamo lavorando la terra. Non abbandoneremo mai la lotta.” È duro il lavoro che svolgono, ma lo stessomostrano il volto della resistenza e della dignità.

(Traduzione “Maribel”– Bergamo)

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Libera America del Valle

La Jornada – Mercoledì 14 luglio 2010

IL GIUDICE CANCELLA IL MANDATO DI CATTURA CONTRO AMERICA DEL VALLE

http://www.jornada.unam.mx/2010/07/14/index.php?section=politica&article=002n1pol

Almoloya de Juárez, Méx., 13 luglio. Il giudice superiore della corte penale di Toluca, con sede nel penitenziario di Santiaguito, nel municipio di Almoloya de Juárez, Hugo Martínez González, ha ordinato la cancellazione del mandato di cattura contro América del Valle Ramírez e Josefina del Valle Medina, figlia e sorella, rispettivamente, del dirigente del Fronte dei Popoli in Difesa della Terra (FPDT), Ignacio del Valle Medina, sulle quali pesava l’accusa di presunto sequestro di persona.

Gli atequensi accolgono con riserva la decisione

San Salvador Atenco, Méx., 13 luglio. Il Fronte dei Popoli in Difesa della Terra (FPDT) di San Salvador Atenco ritiene “giusta” la cancellazione dei mandati di cattura contro América del Valle Ramírez e Josefina del Valle Medina. Tuttavia, accoglie la decisione con le dovute “riserve”.

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CONFLITTO ZAPATISTI – OCEZ

La Jornada – Mercoledì 14 luglio 2010

Conflitto per una proprietà in Chiapas tra basi zapatiste e membri della OCEZ-RC

Hermann Bellinghausen. San Cristóbal de las Casas, Chis. 13 luglio. La comunità Candelaria El Alto (municipio Venustiano Carranza), aderente all’Altra Campagna e comproprietaria del podere El Desengaño, è in conflitto, che potrebbe degenerare, con membri dell’Organizzazione Campesinao Emiliano Zapata-Regione Carranza (OCEZ-RC). I gruppi si accusano a vicenda su questa proprietà.

La comunità sostiene che “è stato comperato dai nostri genitori e nonni che c’hanno messo anni per pagarlo (al proprietario terriero Magín Orantes). Erano peones acasillados dal 1950″. Il possesso è legittimo e legale, insistono, comprovato da scritture pubbliche del novembre 1992 e luglio 1997. “In quegli anni abbiamo legalizzato le terre, perché avevamo raccolto poco a poco i soldi per pagare le pratiche”.

Dicono che quelli della OCEZ-RC sostengono di vivere lì “da 10 anni sulle nostre terre, ma questo non è vero; nel 1996 invasero 95 ettari di terre nostre che abbiamo denunciato al governo, ma questo non ha fatto niente”. Nel 2004 è stato firmato un verbali di accordo con la OCEZ-RC, “dove causa le loro pressioni e minacce avevamo deciso di lasciare loro i 95 ettari”. Nei verbali, questi “si impegnavano a smetterla di fare invasioni di terre e vivere in pace, ma un anno dopo fecero un’altra invasione”, proclamandosi padroni di altri 185 ettari. “Siamo stanchi delle loro bugie, aggressioni e minacce, ma abbiamo paura, perché loro si comportano come se fossero le vittime”.

Da parte sua, la OCEZ-RC, informando il segretario di Governo, il 9 luglio scorso sosteneva che i suoi affiliati di San José La Grandeza “avevano recuperato” queste proprietà 10 anni fa, e chiedeva un tavolo di dialogo nel palazzo di governo, a Tuxtla Gutiérrez. Ribadiva inoltre l’accusa che gli aderenti all’Altra Campagna di Candelaria sono gli aggressori; li accusano perfino di fare da “prestanome” del finquero e dei “paramilitari”.

Questi ultima così replicano: “Vogliamo dire chiaramente che non siamo un gruppo paramilitare. Sono loro che vanno in giro in divisa e armati. Ci hanno lanciato minacce molto forti, usano la violenza ed hanno ferito a colpi d’arma da fuoco un compagno. Quando entrano nelle nostre terre ammazzano le nostre poche mucche, rubano pompe d’acqua, cavalcature, machete, attrezzi ed orologi. Sparano. Da quando hanno cominciato ad invaderci, hanno distrutto la casa padronale e la cappella. Si coprono il volto e portano armi di grosso calibro. Ci siamo appellati alle autorità ma non abbiamo avuto risposta. E’ da 5 anni che viviamo sotto la loro minaccia e con la paura di andare a lavorare nelle nostre terre”.

I contadini di Candelaria denunciano: “Quando vengono ad invadere i nostri appezzamenti usano la stessa strategia, con passamontagna, armi e minacce. Così si sono presi altre proprietà come El Prado, El Chaparral, Santo Domingo, San José La Rivera y El Paraíso, ed alcune le mettono in vendita. Negli mesi scorsi hanno bruciato la montagna, come se fosse loro. Non cederemo più nemmeno un pezzetto della nostra terra, anche se ci offrissero dei milioni, perché è l’unica cosa che abbiamo”.

Ricordano che il 27 aprile, mentre stavano lavorando, “molto preso al mattino è arrivata gente vestita di nero, con armi, a gruppi, che metteva bandiere rosse e nere sugli alberi, e noi siamo scappati. Un compagno ha tentato di togliere le bandiere per prendere qualche prova e loro hanno cominciato a spararci”. Poi, quelli della OCEZ-RC hanno denunciato di “aver subito un’imboscata”, “ma sono stati loro ad aggredirci sulle nostre terre”.

Il 6 luglio, 60 persone vestite di nero ed armate hanno trattenuto per quattro ore tre contadini che stavano lavorando sul loro appezzamento. “Hanno bruciato le nostre milpas, fumigato la canna da zucchero e danneggiato gli orti; si sono portati via la frutta ed hanno seminato mais. Hanno tagliarono le recinzioni che dividono i nostri appezzamenti. Può un’organizzazione campesina che difende i poveri agire in questo modo contro gli stessi contadini che non appartengono alla loro organizzazione?”, si chiede la comunità Candelaria El Alto, mentre chiede al governo di intervenire e che “compri loro le terre da un’altra parte”. http://www.jornada.unam.mx/2010/07/14/index.php?section=politica&article=017n1pol

(Traduzione “Maribel” – Bergamo)

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