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Breve documentario sulla Escuela Normal Rural di Ayotzinapa.
Il massacro e la sparizione degli studenti di Ayotzinapa ha riportato al centro del dibattito pubblico messicano la vicenda delle Normales Rurales.
Si tratta di scuole create dal governo messicano a partire dagli anni ’20 del secolo scorso con l’obbiettivo di preparare giovani provenienti da comunità contadine per fare i maestri nelle zone rurali del paese. Per il tipo di formazione e per la composizione dei giovani che vi hanno studiato, queste scuole hanno sempre rappresentato degli ambiti molto critici e politicizzati, con l’aspirazione di rappresentare uno strumento importante per l’emancipazione delle comunità povere del paese.
Per questo motivo da alcuni decenni le Normales Rurales sono state combattute aspramente dai vari governi che si sono succeduti, molte sono state chiuse e soprattutto negli ultimi anni si è generata una criminalizzazione da parte di politici e media che ha prodotto un terreno di legittimità per il massacro del 26 di settembre scorso. Oltre a tutto ciò, le riforme dell’educazione in senso neoliberista e funzionali alla globalizzazione capitalista che sta promuovendo in questi anni il governo messicano vedono in queste scuole, in cui l’insegnamento è gratuito e rivolto ai piccoli produttori agricoli di comunità povere, un ostacolo da combattere.
Vi proponiamo un breve documentario curato dal Centro per i diritti umani Tlachinollan (Guerrero) che spiega l’organizzazione, il funzionamento e la lotta de la Escuela Normal Rural de Ayotzinapa.
http://www.youtube.com/watch?feature=player_embedded&v=xqTBEb4B1SU
Ayotzinapa, la storia che non finisce.
da Ojarasca, supplemento mensile del quotidiano La Jornada novembre 2014
20/11/2014
Pubblichiamo la traduzione (curata dalla redazione di GlobalProject) di questo articolo tratto da Ojarasca (articolo originale), supplemento mensile del quotidiano messicano La Jornada di Gloria Muñoz Ramirez, Direttrice di Desinformémonos, editorialista de La Jornada ed editrice di Ojarasca (scarica Ojarasca novembre 2014). Prosegui la lettura »
UNA LUZ POR #AYOTZINAPA
Da Helsinki a Nuova Delhi, in tutto il mondo oggi si è manifestato per chiedere giustizia in Messico, per i 43 studenti vittime di sparizione forzata nello stato di Guerrero il 26 settembre scorso, per gli oltre 20mila desaparecidos degli ultimi 6 anni.
Desaparecidos, questa brutta parola che pensiamo legata agli anni 70, e alle dittature, è ancora tra noi. Presente. Presente ovunque tranne sui media italiani, che al Messico in fiamme -un importante partner commerciale diceva nei primi mesi del 2024 il premier Letta, in visita ufficiale- non dedicano nemmeno un centesimo dell’attenzione verso il Medio Oriente. Sarà che quel petrolio, quello del Golfo del Messico, è per statuto degli USA, e quindi si ha l’obbligo di mantenere il silenzio, seguir callados di fronte a un regime del terrore cui il popolo messicano -per fortuna- non vuole sottomettersi. Ya basta!, ora basta.
Foto e servizi sulle manifestazioni nel mondo: Link
Manifestazioni nel mondo.
Petizione per gli studenti desaparecidos.
La strage degli studenti in Messico: Narco-Stato e Narco-Politica
di Fabrizio Lorusso
Pubblicato da CarmillaOnline il 10 ottobre 2014
Il Messico si sta trasformando in un’immensa fossa comune. Dal dicembre 2012, mese d’inizio del periodo presidenziale di Enrique Peña Nieto, a oggi ne sono state trovate 246, a cui pochi giorni fa se ne sono aggiunte altre sei. Sono le fosse clandestine della città di Iguala, nello stato meridionale del Guerrero. Tra sabato 4 ottobre e domenica 5 l’esercito, che ha cordonato la zona, ne ha estratto 28 cadaveri: irriconoscibili, bruciati, calcinati, abbandonati. E’ probabile che si tratti dei corpi interrati di decine di studenti della scuola normale di Ayotzinapa, comune che si trova a circa 120 km da Iguala. Infatti, dal fine settimana precedente, 43 normalisti risultano ufficialmente desaparecidos. “Desaparecido” non significa semplicemente scomparso o irreperibile, significa che c’è di mezzo lo stato.
Vuol dire che l’autorità, connivente con bande criminali o gruppi paramilitari, per omissione o per partecipazione attiva, è coinvolta nel sequestro di persone e nella loro eliminazione. Prosegui la lettura »
Video-doc sulla guerra di bassa intensità.
Basi di appoggio dell’EZLN aggredite da affiliati alla CIOAC
La Jornada – Domenica 2 febbraio 2014
Basi di appoggio dell’EZLN aggredite da affiliati alla CIOAC
Hermann Bellinghausen. Inviato. San Cristóbal de las Casas, Chis., 1º febbraio. La giunta di buon governo (JBG) Corazón del arco iris de la esperanza, del caracolzapatista di Morelia, ha denunciato la grave aggressione contro basi di appoggio dell’EZLN nell’ejido 10 de Abril, municipio autonomo 17 de Noviembre, perpetrata da un gruppo di seguaci dei leader dell’organizzazione Cioac democratica, Miguel Vázquez Prosegui la lettura »
Comunicato Frayba sull’uccisione della base EZLN.
San Cristóbal de Las Casas, Chiapas
5 maggio 2014
Comunicato stampa No. 16
Aggressione a Basi dell’EZLN nella sede della Giunta di Buon Governo della Realidad
- Elementi della CIOAC-Histórica, PVEM, PAN aggrediscono Basi di Appoggio dell’EZLN nell’ejido della Realidad.
- Un omicidio, feriti, distruzione di beni e danni a veicoli sono il risultato dell’aggressione.
Un morto e 13 feriti scontro EZLN e Cioac-H
La Jornada – Domenica 4 maggio 2014
Un morto e 13 feriti il saldo dello scontro tra l’EZLN e Cioac-H
Elio Henríquez. Corrispondente. La Realidad, municipio di Las Margaritas, Chis., 3 maggio. Uno scontro tra basi di appoggio dell’Esercito Zapatista di Liberazione Nazionale (EZLN) ed elementi della Central Independiente de Obreros Agrícolas y Campesinos Independiente Histórica (Cioac-H) in questa comunità, ha lasciato uno zapatista morto e 13 feriti della Cioac-H. Prosegui la lettura »
Messico, 27 mila scomparsi dal 2006.
Messico, 27 mila scomparsi dal 2006
«Lo Stato è responsabile»
Federico Mastrogiovanni, autore di «Ni vivos ni muertos», sulle sparizioni forzate nel Paese: «La vicenda dei 43 studenti scomparsi non è un caso isolato»
Nei cartelli esposti in piazza da chi chiede la riapparizione degli studenti si legge «responsabile è lo Stato». Che cosa significa?
È la definizione del delitto di desaparicion forzada adircelo, che nei Trattati internazionali viene descritto come quel sequestro di persona che veda un intervento da parte dello Stato a qualsiasi livello, per azione o omissione. In Messico, in molti casi, l’intervento è diretto, e le desapariciones sono operate fisicamente da agenti dello Stato, da soldati, forze polizia o funzionari pubblici (come nel caso degli studenti di Ayotzinapa), ma spesso si agisce anche per omissione: è molto frequente, ad esempio, che chi va a presentare denuncia dopo un sequestro venga invitato dal pubblico ministero a tornare a casa, che non ne vale la pena. Quella è una omissione, che può essere fatta da un funzionario corrotto, colluso o semplicemente impaurito. In ogni caso, lo Stato è responsabile.
Chi sono le vittime?
La maggioranza delle vittime sono giovani ragazzi maschi, tra i 18 e i 30 anni, di classe bassa e medio bassa. Secondo alcuni, in determinate aree del Paese è in quella classe d’età e sociale che è più facile che si crei scontento, e quei giovani entrino a far parte di movimenti antagonisti. Seminando il terrore in quelle fasce, si cassano così sul nascere alcune opportunità. Se negli anni 70-90, durante la guerra sucia (guerra informale, che contrapponeva apparati dello Stato a gruppi e organizzazioni antagoniste)che ha portato a 1.500 desapariciones, tracciare l’identità «tipo» della vittima di sparizione forzata era facile – o erano appartenenti alla guerriglia, a movimenti radicali e studenteschi, o familiari o amici di queste persone- oggi le vittime hanno un profilo apparentemente casuale, e questo aumenta l’incidenza del terrore, perché tutti siamo possibili vittime. Secondo uno psicologo che ho intervistato, in Messico fino a 3,5 milioni di persone hanno relazioni dirette con vittime di sparizione forzata.
Chi è che ci guadagna? Qual è l’obiettivo di questo fenomeno?
Ci siamo resi conto, analizzando in profondità il fenomeno, che certe pratiche sono legate a luoghi dov’è forte la presenza di risorse naturali. Ad esempio, alla Cuenca de Burgos, territorio tra gli Stati di Tamaulipas, Nuevo León e Coahuila, nel Nord-est, dove ci sono importanti riserve di idrocarburi e dove, dal 2007 in poi, le sparizioni hanno conosciuto una crescita verticale. Le recenti riforme legislative messicane in materia energetica evidenziano come a guadagnare siano le aziende che in certe zone del Paese puntano a sfruttare petrolio, shale gas, anche attraverso la pratica del fracking, acqua e le altre risorse ambientali. Quando tu generi violenza, il desplazamiento forzato della popolazione, e un clima di terrore, difficilmente si crea opposizione nei confronti dei megaprogetti. Nello Stato di Tamaulipas (nella zona del Golfo del Messico, ricca di giacimenti di idrocarburi, ndr) ci sono zone intere dove non vive più nessuno. Dentro un clima di violenza generalizzata, e pertanto più «accettata», diventano vittime anche attori politici di opposizione, leader comunitari, vittime che però non si percepiscono come tali all’interno di un clima di violenza. Si tratta, però, di omicidi o desapariciones forzadas mirate.
Nel libro c’è un parallelo tra il Messico del ventunesimo secolo e pratiche della Germania nazista. Che cosa hanno in comune?
La pratica della sparizione forzata venne «codificata», nel 1941, con un decreto conosciuto come Nacht und Nebel, Noche y Niebla in spagnolo, notte e nebbia in italiano. L’obiettivo, secondo quanto spiegavano i nazisti, era quello di generare un terrore che paralizzasse la società. Attraverso questo messanismo, inoltre, non si creano martiri, né si lascia ai familiari la possibilità di avere pace».
Il terrore è, dev’essere permanente, perché «la morte uccide la speranza, ma la desaparición è intollerabile perché anche se non uccide non ti permette di vivere». Queste parole di Elena Poniatowska, scrittrice ed intellettuale messicana, stanno scritte su un muro del «Museo de la memoria indomita», a Città del Messico, circondate dalle fotografie in bianco e nero delle vittime della guerra sucia, di coloro che non sono mai rientrati.
Settimane di lotta per San Sebastian Bachajon.
La Jornada – Sabato 19 aprile 2014
Lanciate giornate internazionali per la giustizia per San Sebastián Bachajón
Hermann Bellinghausen
L’ejido San Sebastián Bachajón, del municipio di Chilón, nella zona Nord del Chiapas, ha annunciato la realizzazione di giornate interazionali per la giustizia a favore della lotta di questo ejido, aderente alla Sesta dichiarazione della Selva Lacandona, che si oppone ai tentativi del governo di spogliarlo di parte del suoi territorio a fini turistici e per costruire delle srade senza il consenso degli abitanti. Prosegui la lettura »
Ritorno a Puebla.
La Jornada – Martedì 15 aprile 2014
I profughi sono tornati nell’ejido Puebla in Chiapas
Elio Henríquez. Corrispondente. Ejido Puebla, Chiapas.
Le 17 famiglie cattoliche sfollate nell’agosto scorso da questo ejido del municipio di Chenalhó a causa della disputa di una proprietà a maggioranza evangelica, ieri hanno fatto ritorno accompagnate dal vescovo di San Cristóal de Las Casas, Felipe Arizmendi Esquivel, e dal segretario di Governo, Eduardo Ramírez Aguilar, e da rappresentanti di organismi non governativi ed osservatori civili. Il vescovo ha dichiarato che questo è un ritorno senza giustizia ed ha chiesto di continuare ad appoggiare le famiglie che sono tornate, perché non è certo finita, non solo per quanto riguarda l’ambito materiale, ma soprattutto per la sicurezza, la stabilità, l’armonia e la riconciliazione. Il segretario Ramírez Aguilar ha affermato che il ritorno è un passo importante per la pace e la riconciliazione.http://www.jornada.unam.mx/2014/04/15/politica/017n3pol
Comunicato EZLN: Iniziative.
Scritto da czl in COMUNICATI, zgeneral il Marzo 25, 2014
L’EZLN ANNUNCIA LE ATTIVITA’ CON I POPOLI ORIGINARI, L’OMAGGIO A DON LUIS VILLORO ED IL SEMINARIO SU “L’ETICA DI FRONTE AL SOPRUSO”, ED UNA NUOVA INIZIATIVA PER LA SEXTA NAZIONALE E INTERNAZIONALE
ESERCITO ZAPATISTA DI LIBERAZIONE NAZIONALE
MESSICO
Marzo 2014
Per: la Sexta in Messico e nel Mondo.
Da: Subcomandante Insurgente Moisés. Prosegui la lettura »
Nessuno rimane solo nelle mani del nemico!
Oggi, sabato 22 febbraio, con un presidio (40ina di persone) davanti al palazzo di giustizia di Lugano abbiamo scelto di aderire con solidarietà complice alla mobilitazione nazionale indetta dal movimento NO TAV, per rispondere alla brutalità repressiva che colpisce coloro che si oppongono alla devastazione ed al saccheggio dei territori.
CONTRO LA DEVASTAZIONE DEI TERRITORI E DELLE NOSTRE VISTE…DIRITTO ALLA RESISTENZA! Prosegui la lettura »