Campagna per liberare i 5 di Bachajon


La Jornada – Sabato 5 aprile 2011

Inizia la campagna di cinque giorni per chiedere la liberazione degli indigeni tzeltales detenuti in Chiapas

Collettivi nazionali e internazionali realizzeranno proteste in favore dei cinque campesinos

Hermann Bellinghausen

Collettivi dell’Altra Campagna, in particolare della Zezta Internazionale, hanno iniziato una serie di azioni di protesta su scala nazionale e mondiale per chiedere la liberazione dei cinque contadini tzeltales di San Sebastián Bachajón, Chiapas, detenuti da febbraio nella prigione di Playas de Catazajá.

“In diverse parti del pianeta, molta gente di buon cuore organizzerà azioni per chiedere la liberazione di questi prigionieri politici”. Per i “Cinque Giorni di Azione Mondiale per i 5 di Bachajón”, dal primo al 5 aprile, si sono uniti gruppi e collettivi di Messico, India, Sudafrica, Italia, Austria, Colombia, Filippine, Porto Rico, Francia, Svizzera, Canada, Stato Spagnolo, Argentina e Stati Uniti. Solo nel Regno Unito si prevedono proteste a Londra, Manchester, Glasgow, Dorset, Edimburgo e Lancaster.

Secondo Giustizia per il Barrio di New York, queste azioni chiederanno “al presidente panista repressore Felipe Calderón Hinojosa ed al governatore perredista repressore Juan Sabines Guerrero” la liberazione di questi “prigionieri politici”.

A Jalapa, Veracruz, i collettivi Independencia, Nauatik e Zapateando hanno dichiarato che a febbraio e marzo, i governi federale e chiapaneco hanno compiuto aggressioni contro le comunità dell’Altra Campagna “con la partecipazione dell’Esercito, della polizia federali e statale, del gruppo paramilitare Ejército de Dios e di altri gruppi priisti”, “puntando i riflettori su una realtà che non è terminata col cambiamento di colore al potere: la violenza di Stato ed i prigionieri di coscienza”.

Riferiscono dello “scontro provocato da un gruppo di scontro con un saldo di un morto e diversi feriti al botteghino di ingresso alle Cascate di Agua Azul, e l’aggressione contro gli ejidatarios di Mitzitón (3 e 13 febbraio, rispettivamente) dove ci sono stati 136 arresti, 117 di loro di San Sebastián”. A questo si sono sommati altri 19 arrestati il 22 febbraio a Pijijiapan, membri del Consiglio Regionale Autonomo della Zona Costa del Chiapas, e tre avvocati del Centro dei Diritti Umani Digna Ochoa.

Le mobilitazioni locali, nazionali ed internazionali “hanno costretto alla liberazione della maggioranza di loro, ma rimangono ancora in carcere i cinque di Bachajón che si sommano alle decine di prigionieri di coscienza che scontano ingiuste condanne nelle carceri del Chiapas”, come i membri di La Voz del Amate, i loro simpatizzanti e gli ejidatarios di Mitzitón.

I detenuti organizzati nella Voz del Amate hanno realizzato scioperi della fame “senza alcuna risposta da parte del governo, ma solo con altra repressione e campagne di stampa in cui il governatore si auto-elogia come ‘avanguardia nei diritti umani’ “. E concludono: “Questo è il vero volto della criminalizzazione degli attivisti sociali. Il governo crea ed amministra conflitti per rispettare la sua agenda di saccheggio e privatizzazione del territorio”. http://www.jornada.unam.mx/2011/04/02/index.php?section=politica&article=016n1pol

(Traduzione “Maribel” – Bergamo)

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