Divieto di diffusione di annunci sessuali in Messico


Il divieto di pubblicare annunci sessuali aumenterà il livello di estorsione che alimenta la tratta e lo sfruttamento sessuale

In questo modo aumenterà il lavoro sessuale sulle strade.

DIVIETO DI DIFFUSIONE DI ANNUNCI SESSUALI IN MESSICO

– Lo spirito “umanistico” del decreto si scontra con la realtà messicana.

– Rende clandestina l’offerta di sesso commerciale e la pone nelle mani degli sfruttatori del sesso.

– Istituzionalizza la tratta sessuale, cosa che dichiara di voler contrastare.
JAIME MONTEJO dell’agenzia indipendente Noti-calle.

Messico, DF, 22 marzo 2011 – E’ positivo il fatto che la 61° Legislatura della Camera dei Deputati Federali istituzionalizzi la tratta di persone ai fini dello sfruttamento sessuale, approvando il decreto presentato dalla Commissione dei Diritti Umani di tale istituzione.

Questa è la buona intenzione dello spirito umanista del decreto, sicuramente lodevole, che mira a sanzionare coloro che promuovono la tratta di persone tramite annunci pubblicati sui media, come stampa e web.

Spirito umanista che si scontra con l’attuale realtà messicana: oltre all’abituale estorsione da parte dei funzionari pubblici di cui le lavoratrici sessuali sono oggetto in tutto il paese, queste hanno a che fare con gli imprenditori del sesso che si appropriano dei guadagni del loro lavoro; inoltre recentemente il narcotraffico ha imposto loro ulteriori “trattenute” su ciò che guadagnano. Ora le lavoratrici dovranno anche versare una quota in “mani ignote”, che permettano loro di guadagnarsi da vivere nell’ambito del sesso commerciale.

Secondo il decreto che modifica l’articolo 5 della Legge per Prevenire e Sanzionare la Tratta di Persone commetterà il reato di tratta chiunque diffonda o contratti gli spazi di diffusione di annunci di questo tipo, che in genere includono la pubblicità dei servizi sessuali.

Tale articolo è stato modificato in questo modo: “Chiunque contratti pubblicità tramite qualsiasi mezzo di comunicazione, così come chiunque pubblichi annunci che corrispondano alle caratteristiche del reato di tratta di persone, verrà sanzionato in conformità a quanto disposto dall’articolo 6 della presente legge.”

Finalmente tutte le fazioni del parlamento si ritrovano in un accordo senza precedenti nel paese, e possono rendere realtà i propri sogni di politici con vocazione di papponi: piegare le lavoratrici sessuali che lavorano per proprio conto, che finora avevano la possibilità di pubblicare annunci su giornali, riviste e siti web, senza la mediazione di nessun altro sfruttatore nella trattativa sessuale che non fosse il mezzo di comunicazione usato per la propria pubblicità.

Nessuno nega che tali annunci rappresentino un vero affare, e che molti giornali ottengano guadagni milionari da questi proventi. Non si nega neppure che alcuni inserzionisti contrattino per un solo giorno 50 o più annunci in un solo giornale. E’ fuori ogni dubbio che ci siano anche annunci che vogliono attrarre giovani ragazze e donne per somministrare servizi sessuali.

La questione è che non c’è un solo tipo di prostituzione, come affermano le abolizioniste femministe, cattoliche o cristiane; e neppure tutte le persone che esercitano il lavoro sessuale sono emancipate, come affermano le protettrici di Sullivan , di Tlalpan, di La Merced, della zona rosa del Distretto Federale o dei nuovi centri notturni che si trovano fra via Lázaro Cárdenas e il centro del DF.

La legislatura federale non ha mai voluto ascoltare la voce delle lavoratrici sessuali. Non le ha mai convocate per ascoltare le loro opinioni; non ha mai considerato l’impatto funesto che questa norma giuridica avrà sulla prevenzione dell’Hiv/Aids. L’unica parola che hanno ascoltato è stata quella di coloro che pensano di “salvare le vittime della prostituzione”.

Il problema è che non tutte le lavoratrici sessuali sono vittime, come si vuole far credere, né tutte sono schiave di papponi. Sfruttate sì, come ogni persona che si veda obbligata a vendere la propria forza lavoro per guadagnarsi da vivere, in qualsiasi settore si trovi costretta a farlo.

La Brigada Callejera de Apoyo a la Mujer “Elisa Martínez” A.C., organizzazione della società civile dedicata alla difesa dei diritti umani e civili delle lavoratrici sessuali, conosce entrambe le scuole di pensiero. Tuttavia entrambe le posizioni sono riduzioniste e mostrano solo una parte di quella che è la realtà del commercio sessuale.

E’ curioso che una proposta abolizionista come questa di vietare la pubblicazione di annunci sessuali ottenga in realtà il risultato di facilitare e promuovere la tratta di persone ai fini dello sfruttamento sessuale; così come lo fanno i funzionari anti tratta del governo della Procura Generale di Giustizia del Distretto Federale (PGJ DF), o della Procura Generale della Repubblica, che finiscono con il rendere ancora più clandestino il lavoro sessuale – che sia schiavo, servile, retribuito o no.

Il Decreto e le relative operazioni di polizia lasciano nelle mani di pochi e tra l’altro assai disonesti le persone che lavorano per conto proprio, anche da poco. E che ora dovranno vedersela con i sostenitori e le sostenitrici di questa iniziativa legislativa: siano essi deputati, senatori, delegati (come Agustín Torres di Cuauhtémoc), presidenti di municipio, avvocati per delitti a sfondo sessuale o avvocati specialisti di tratta sessuale, capi di polizia; perché possano lavorare come ai tempi della Direzione Federale di Sicurezza della Segreteria di Governo, che perseguitava guerriglieri, militanti per la giustizia sociale e lavoratori/trici del sesso, con brutalità e odio estremo.

Le opzioni per lavorare nel sesso saranno dover “trattare” con un imprenditore del sesso, cercare l’appoggio di “procacciatori” di clienti con buoni contatti fra i funzionari politici di turno, “appoggiarsi” a qualche legislatore o ricorrere al crimine organizzato per poter vendere servizi sessuali senza il disturbo di tali disposizioni.

In ogni caso il risultato è lo stesso: una maggior clandestinità del lavoro – cosa che alleggerirà le coscienze di cattolici, cristiani e femministe grazie al principio dell’”occhio non vede, cuore non duole”. Oltre a questo, aumenteranno le quote di estorsione che le lavoratrici sessuali saranno costrette a pagare e molte di loro dovranno ricorrere ad offrire i propri servizi sessuali in strada, governata da papponi e protettrici della vecchia scuola dello sfruttamento sessuale e della tratta di persone.

Come recita un detto il cammino all’inferno – in questo caso l’inferno della tratta a fini di sfruttamento sessuale – è lastricato di buone intenzioni, come il decreto che modifica la Legge per Prevenire e Sanzionare la Tratta di Persone, che determina come grave delitto la contrattazione di spazi pubblicitari o la diffusione di annunci di servizi sessuali.

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