Oltre a sé senza oggetti resistere – riflessione su un modo di esistere ipersoggettivo-


"Oltre a sé senza oggetti resistere – riflessione su un modo di esistere ipersoggettivo –"
di Francesca Ida Calogero


Oltre a sé

Ci sono delle persone attorno a noi, costantemente. Anche nel luogo più solitario il proprio pensiero ci collega agli altri. Chissà che per l’uomo non sia l’intelletto ciò che per il cane è l’olfatto e per i gatti l’udito. Un mezzo per captare la presenza dei nostri simili, e le loro esigenze e intenzioni. Solo, che non è istintiva, questa capacità, e deve essere coltivata e mantenuta.
Nulla di ciò che faccio lo considero dovuto al caso. Nulla. Tutto segue un ben preciso svolgimento di cause e di effetti di varia natura. Il modo in cui mi rapporto agli altri è determinato da come io penso a loro quando sto con me stessa, più che da come gli altri pensano a me e dunque agiscono verso di me. Sono io a scegliere le mie reazioni e azioni, che non sono mai dovute, ma decise. E allora, quando sul treno si iniziano a vedere "facce strane", forse ci si dovrebbe occupare un poco di più dei propri pensieri strani.
Quando la gente per la strada è tutta maleducata o cattiva, o ignorante, magari si potrebbe fare attenzione a cosa si osserva in quella folla che si percepisce come cattiva. Pensare. La sola cosa che possiamo fare da soli e in ogni momento per tutti. Ci sono delle forze impiegate a rendere tutto più difficile e complesso. Confondere i concetti pare lo scopo ultimo della comunicazione di massa. Ragionare serve per non cadere nelle trappole. Smontare la falsa logica, decostruire i preconcetti, costruire nuove interpretazioni delle cose, in modo da potere agire in modo differente, diciamo pure sostenibile.
Ecosociopsicoecceterasostenibile.

senza oggetti
Un giorno ho smesso di comprare le cose che mi piacevano e ho iniziato a comprare solo ciò che mi serviva.
I maglioni sono sempre un poco sfilacciati, ma arriva poi un giorno in cui il piacere di indossare un maglione nuovo assomiglia ai mitici racconti dei regali di natale di bambini che ancora non avevano conosciuto l’amarezza del dono nell’era dei consumi. Gli oggetti si appropriano di te più di quanto tu ti possa appropriare di loro. E allora, allora ammorbano, con il loro pacchetto di contenuti emozionali e tutte le implicazioni contestuali che si portano appresso. E quello che manca spesso è la leggerezza… In maniera strana, più un oggetto è carico di senso, e più diventa leggero…e questo senso si può chiamare anche aura.
Gli oggetti necessitano del tempo per acquisire un’aura. La mia bicicletta è una vecchia bicicletta. Deve essere nata molto prima di me. Si fa fatica a pedalare e bisogna ripararla ogni tre giri. Però le voglio bene… E forse è questa una delle caratteristiche che occorrono per evitare il consumismo… affezionarsi agli oggetti per il loro uso, evitare il colpo di fulmine, e stabilire legami duraturi e amorevoli con le cose.

R-Esistere.
Quello che non voglio è essere complice. Non voglio escludere, non voglio imprigionare, non voglio uccidere. Non voglio neppure permettere che con le mie azione questo avvenga in maniera indiretta.
Come dimostrare che sono i piccoli gesti a generare la realtà? Ogni scelta, il modo di spostarsi, di divertirsi, di comunicare, di possedere. Quando si fa qualsiasi cosa si sottoscrive una dichiarazione di intenti. Le proprie scelte assecondano o rinforzano pensieri, reazioni e azioni che non sono sempre dichiarate. Conoscere, relativizzare, contestualizzare. Ciò che si sceglie in ogni ambito va a rinforzare o indebolire dei gruppi altri. Le mie scelte costruiscono la mia realtà mentre modificano altre realtà.
La propria realtà è ciò su cui si può avere maggiore potere. Occorre riflettere. Ricostruire la verità in ogni momento per non mantenere intatte le menzogne a cui si è creduto. Essere attenti, svegli, e forti. Tanto forti da non volere sottomettere nessuno, tanto forti da non dovere per forza credere in niente. Tanto forti da non dovere seguire nessun potere. Io cerco di creare un pensiero che governi delle azioni degne. Prendere possesso di sé per non dovere legittimare alcun capo.

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