La Jornada – Venerdì 11 maggio 2012
I paramilitari attaccano gli ejidatarios di San Sebastián Bachajón
Hermann Bellinghausen. Inviato. San Cristóbal de las Casas, Chis. 10 maggio. Elementi di Unión Campesina Indígena y Forestal (Uciaf), affiliati ai partiti Verde Ecologista e Revolucionario Institucional, hanno teso un’imboscata armata contro abitanti dell’ejido San Sebastián Bachajón, provocando un ferito grave, Javier Pérez Jiménez, di 17 anni che, secondo gli ejidatarios dell’Altra Campagna è in coma presso l’ospedale Las Culturas di questa città.
L’aggressione è avvenuta domenica scorsa sul tratto di strada Chilón-Carmen Xaquila, guidata da Víctor Manuel Vázquez López, originario di San José Chapapuyil (tutto questo nel municipio di Chilón) e rappresentante della Uciaf, organizzazione che in precedenza, con il nome di Desarrollo Paz y Justicia, è stata la presenza paramilitare nella zona nord dello stato alla fine degli anni ’90. Gli altri tre attaccanti non sono stati identificati.
Nel villaggio di San José, denunciano oggi gli ejidatarios dell’Altra Campagna, esiste un gruppo di 12 persone guidate da Manuel Vázquez Ruiz, dirigente della Uciaf, con precedenti di partecipazione a diversi atti violenti ed attualmente membri del PRI-Verdi Ecologisti. Sono riconosciuti come i principali agitatori della comunità di questo villaggio, prodotto delle intense campagne di quei partiti politici che li hanno impiegati per molte azioni violente.
Javier e suo fratello maggiore, rimasto illeso, si stavano dirigendo a casa quando improvvisamente, senza motivo, quattro persone armate sono sbucate dalla boscaglia sparando contro di loro a sangue freddo.
I 29 aprile del 2011 lo stesso Vázquez López aggredì con un coltello Florentino Pérez Gómez, che ha riportato la perdita di alcune parti del corpo conservate ora in un vaso di vetro, raccontano gli indigeni. Al riguardo esiste un mandato di cattura contro Vázquez López ed i responsabili, che però le autorità hanno ignorato.
Pérez Gómez ha chiesto giustizia per quello che gli era successo, ma la giustizia non è mai arrivata, spiegano i querelanti. Anche se persone povere di mezzi, un giorno si sono recate negli uffici della Procura di Giustizia dello Stato, a Yajalón, per sollecitare la collaborazione delle autorità per eseguire il mandato di cattura contro i responsabili. Con loro sorpresa, queste autorità dissero alla famiglia dell’indigeno che ci volevano 6 mila pesos per fermare il responsabile e che la giustizia costava molto.
Gli ejidatarios tzeltales denunciano quali principali responsabili di questa violenza le autorità di giustizia. Avvertono: “Non possiamo più tollerare repressione ed aggressioni da parte di membri di partiti politici”, e concludono: “È chiaro chi sono i responsabili; se l’autorità competente non interviene, lo faremo noi, perché non è la prima volta che siamo vittime dell’ingiustizia con l’unico scopo di disintegrare la nostra organizzazione ed intimorirci per fermare la nostra lotta a difesa delle nostre terre e territori. Questo è un altro esempio che dimostra che sono i partiti politici a generare violenza, scontro e disintegrazione attraverso i loro progetti”. http://www.jornada.unam.mx/2012/05/11/politica/016n1pol