Una firma per Rosario, prigioniero politico in Chiapas


Una firma per Rosario, prigioniero politico in Chiapas

Dalla Rete contro la Repressione in Chiapas vogliamo invitarvi per sottoscrivere una denuncia pubblica che viene di seguito nella quale si esige alle autorità, tra le quali il giudice di Simojovel, di emettere una sentenza favorevole e assolutoria sul caso del compagno e membro de La Voz del Amate Rosario Díaz Mendez.

Chiediamo per favore di inviare la firma/adesione a quest’inidirizzo: redvsrepresion.chiapas@gmail.com

 


San Cristóbal de Las Casas 2 de octubre del 2012

Ieri il compagno Rosario Diaz Mendez, indigeno recluso ingiustamente e membro dell’organizzazione “La Voz del Amate” ha reso pubblica una denuncia dove rende noto che oggi, 2 ottobre 2012, si terrà una udienza giudiziaria nel tribunale di prima istanza di Simojovel, Chiapas.
Insieme a queste dichiarazioni, il compagno Rosario comunica, nella sua denuncia, che oggi dichiara un azione in digiuno e preghiera, esercitando il suo diritto a manifestare liberamente all’interno della carcere Statale n° 5 di San Cristobal de Las Casas, Chiapas, dove si trova recluso.

Dopo questa udienza giudiziaria rimangono 15 giorni utili affinché il giudice di Simojovel emetta una sentenza assolutoria o di condanna in merito all’accusa del delitto di omicidio contro Rosario. Sarà questo un passo decisivo per il riconoscimento dell’innocenza di Rosario.

Vogliamo sottolineare che il compagno Rosario è sempre stato molto impegnato politicamente nei penitenziari dove è stato prigioniero dal 23 agosto del 2005 quando fu arrestato. Nel 2008, quando era prigioniero nel carcere di Cintalapa de Figueroa (l’Amate) e anche quando non era ancora membro dell’organizzazione La Voz del Amate, si unì allo sciopero della fame che l’organizzazione aveva proclamato insieme a decine di altri prigionieri. La sua partecipazione si espresse in digiuni di solidarietà. Grazie a quello sciopero della fame vennero liberati tutti i membri dell’Organizzazione del La Voz del Amate eccetto il compagno Alberto Patishtan Gomez ancora oggi prigioniero politico.

Da quel momento il compagno Rosario ha cominciato a essere attivo nell’organizzazione de La Voz del Amate, insieme al compagno Patishtan. Dopo essere stati trasferiti nel carcere di San Cristobal entrambi hanno continuato organizzandosi e coscientizzando altri prigionieri per portare avanti la lotta che già era iniziata nell’Amate. Dal penitenziario n° 5 di San Cristobal partecipò attivamente in azioni di solidarietà con comunità e gruppi aderenti alla Sesta Dichiarazione della Selva Lacandona.

Partecipò all’organizzazione dello sciopero della fame nel giugno del 2011 a cui aderirono 580 detenuti del penitenziario de Los Llanos di San Cristobal de Las Casas, che manifestarono per il rispetto dei loro diritti come persone.

Il 29 settembre del 2011 si dichiarò in sciopero della fame insieme ai suoi compagni de La Voz del Amate e Solidali con La Voz del Amate per esigere la loro libertà. Lo sciopero durò 39 giorni. Attualmente continua lottando nell’organizzazione in forma attiva e ininterrotta insieme ai Solidali con La Voz del Amate.-

Per tutto questo facciamo appello a tutte le persone con il cuore umile e che camminano in basso e a sinistra affinché rimangano all’erta su come si sviluppa il caso del compagno Rosario e perché questo è il momento per esercitare pressione, al fine di ottenere la sua immediata liberazione.

Gruppo di Lavoro No Estamos Todxs

 


Lettera/denuncia scritta dal prigioniero politico Rosario Díaz Mendez sul suo caso e la sua innocenza. Rosario ha una fede molto forte, che lo accompagna nel suo camminare la resistenza.

All’Opinione Pubblica
Ai Mezzi di Comunicazione Statali, Nazionali e Internazionali
Ai Media Alternativi
Agli Aderenti all’Altra Campagna
Alla Sesta Internazionale
Alle Organizzazioni Indipendenti
Ai Difensori dei Diritti Umani ONGs

Prigioniero politico ingiustamente de “La Voz del Amate”, aderente all’Altra Campagna dell’ EZLN, prigioniero nel carcere n° 5 di San Cristobal de Las Casas, Chiapas.

Il giorno 2 di ottobre si terrà l’udienza con la giudice di prima istanza del Tribunale di Simojovel, dove si esamineranno tutte le prove che ho fornito e che dimostrano la mia innocenza per il delitto di omicidio, sperando che la giudice prenda in considerazione le dichiarazioni di coloro che, precedentemente, erano stati portati come testimoni di accusa e che oggi, invece, esigono la mia libertà davanti alle autorità giudicanti.

Per questo, oggi, rendo pubblico che questo Martedì mi pongo in digiuno e preghiera di 12 ore con il fine di chiedere a Dio che illumini il pensiero della giudice affinché possa dare una sentenza assolutoria, soprattutto perché sono prigioniero ingiustamente e sono più di 7 anni che sono in carcere senza colpa.

Pertanto faccio un appello al governatore Juan Sabines Guerrero per la mia libertà e la libertà di tutti i miei compagni “Solidali della Voz del Amate”. Allo stesso tempo esigo che il governo federale di Felipe Calderon Hinojosa liberi, al più presto possibile, il nostro compagno prigioniero politico Alberto Patishtan Gomez.

Infine, invito i/le compagni/e a stare allerta e a continuare a esigere la nostra libertà, rubata dal sistema corrotto.

FRATERNALMENTE
Prigioniero politico ingiustamente
“La Voz del Amate”
Rosario Diaz Mendez

San Cristobal de Las Casas, Chiapas
1 Ottobre 2012

 


Testo per la raccolta firme in solidarietà con Rosario

Fascicolo Penale n° 47/2005
Al Tribunale Misto di Prima Istanza di Simojovel de Allende, Chiapas
Al Governo dello Stato del Chiapas
All’Opinione Pubblica

Attraverso questo scritto, i sottoscritti, si manifestano affinché sia emessa una sentenza assolutoria nei confronti del signor Rosario Diaz Mendez per ciò che si riferisce all’omicidio che gli si attribuisce.

A partire dal 2 ottobre, data nella quale si è celebrata l’udienza di revisione nel Tribunale Misto di prima istanza, inizia un periodo di 15 giorni utili affinché sia emessa una sentenza nei confronti del signor Rosario Diaz Mendez (da qui in avanti Rosario).

Rosario è accusato di un delitto di omicidio che non ha mai commesso.
Il 4 aprile del 2005 cinque persone viaggiavano su un’automobile nel municipio di Huitiupan e furono assaliti da 4 persone vestite di nero che avevano armi da fuoco. Il conducente morì nell’assalto e il 23 agosto 2005 venne arrestato Rosario con l’accusa di aver partecipato all’omicidio.
Rosario è privato della sua libertà da più di sette anni per un delitto che non ha commesso e condannato con una accusa basata su prove insufficienti o prefabbricate dal Pubblico Ministero, utilizzando testimonianze costruite dalla stessa amministrazione giudiziaria.

Non esiste nessuna prova che accrediti la colpevolezza di Rosario.
A prova di quanto affermato sopra, riportiamo le prove a carico e a discarico ricavate dalle carte del processo:

Rosario si è sempre dichiarato innocente poiché, al momento del delitto di cui lo accusano, si trovava a Playa del Carmen, Quintana Roo lavorando come muratore insieme ai suoi due figli, per poter mantenere la sua famiglia.

I suoi due figli confermano la dichiarazione che si trovavano a Playa del Carmen con lui in quel frangente.

I 4 testimoni presenti ai fatti accaduti in quel 4 aprile del 2005, dichiarano di aver visto 4 uomini armati che li assaltarono. In nessun momento i testimoni dichiararono chi fossero i 4 assaltanti; nessuno di essi ha mai dichiarato di aver riconosciuto Rosario o visto partecipare al delitto di quel giorno. Lo stesso avvenne nel 2008, quando ebbe luogo un confronto tra Rosario e i testimoni. Questi mai riconobbero Rosario come uno degli aggressori. Dunque le testimonianze non sono sufficienti per accreditare la responsabilità penale di Rosario.

Il Pubblico Ministero fondò le sue argomentazioni su un supposto testimone che dichiarò di essere stato presente ai fatti e di aver riconosciuto gli aggressori tra i quali Rosario. Tuttavia, il confronto avvenuto il 19 gennaio del 2011, tra il testimone a carico e Rosario, dimostra che la sua testimonianza fu prefabbricata dalle autorità. Infatti il testimone non riconosce la dichiarazione attribuitagli dal Pubblico Ministero nella quale si suppone che accusava Rosario e respinge di aver fatto quella dichiarazione. Egli afferma di non aver mai fatto nessuna dichiarazione al Pubblico Ministero, non riconosce né la firma né l’impronta riportata nel documento. Cade così la prova accusatoria contro Rosario e inoltre si dimostra che avvenne una manipolazione grave da parte del Pubblico Ministero così che, la prova, non può avere nessun valore giuridico.

Occorre aggiungere che, nel momento dell’arresto, Rosario fu sottoposto a tortura fisica e psicologica, ricevendo vari colpi alle orecchie, tentativi di asfissia con un sacchetto di plastica e la tehuacanazos (una tecnica di tortura usata dalla polizia giudiziaria, dai vari corpi di sicurezza federale e statale in Messico che consiste nel versare nelle narici dell’interrogato acqua minerale sotto pressione mischiata a peperoncino. L’effetto è dolorosissimo e non lascia alcuna traccia).

Rosario ha quindi già sofferto molte violazioni ai diritti umani come il diritto all’integrità fisica personale, il diritto alle garanzie giuridiche, il diritto al giusto processo e il diritto alla libertà, tutti diritti menzionati nei Convegni e Trattati internazionali ratificati dallo Stato messicano e che hanno carattere di legge suprema in questo paese, in accordo all’articolo 133 della Costituzione Messicana.

Per questo è evidente che non c’è alcun motivo per dichiarare Rosario colpevole, posto che non esistono prove sufficienti per accreditare che abbia commesso il delitto che gli si attribuisce. In questo momento il giudice misto di prima istanza di Simojovel ha, nelle sue mani, la possibilità di mettere fine all’ingiustizia che stanno soffrendo Rosario e la sua famiglia da più di 7 anni.

Libertà per Rosario Diaz Mendez!

Red contra la Represión y por la Solidaridad – Chiapas
Colectivos y Organizaciones:

Grupo de Trabajo No Estamos Todxs (RvsR-Chiapas)
Espacio de Lucha Contra el Olvido y la Represión (RvsR-Chiapas)
Colectivo Ik’
Brigada Feminista por la Autonomía
Centro de Derechos Humanos Fray Bartolomé de Las Casas, A.C.
Grupo les Trois Passants, Paris, Francia
C.G.T , Estado Español
Nodo Solidale, Italia y México
Nomads, Italia
Collettivo Zapatista di Lugano, Suiza
Colectivo Sobre Ruedas, Oaxaca
Circulo “Veredas Autónomas”, Oaxaca
Alternativa Cívica Revolucionaria, Oaxaca
Colectivo Silosive, Oaxaca
Colectivo Normalista del Estado de Oaxaca
Universidad de la Tierra, Oaxaca
Colectivo Justicia, Dignidad y Libertad, Oaxaca
Colectivo 20 de Junio, Oaxaca
Unión Obrera y Socialista (UNIOS)
Unión de Vecinos y Damnificados (UVYD)

Individuales:

Luis Antonio Lopez
Jêrome Baschet
Rocio Martinez
Dra. Sylvia Marcos
Jean Robert, Catédratico de la Universidad Autónoma del Estado de Morelos
Guillermo Villaseñor
Eric Bazan Acevedo
Martha Patricia Mora
Nashielly Sebastian Luis
Martin Gerardy
Eduardo Morales Calvo
Mariana Gonzalez Alvarado
Bruno Renero Hannan
Luis Rodolfo Santos Hernandez
Jaime Aguilar Marroquin
Eleuterio Diaz
Julian Cruz
Marco Aranda Andrade
Ana Paola Torres
Erika Sebastian Luis
Ruben Gonzalez
Abel Matias Ramirez
Primitivo Ambrosio Ambrosio
Silvestre José Matias
Faustino Matias Martinez
Teodoro Antonio Ambrosio
Isabel Almaraz Juarez
Filemon Ramirez
Ulises Pérez Zarate
Gerardo Bazan

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