[12-07-2012] Resoconto del XV Incontro Nazionale della Rete Messicana del Lavoro Sessuale


Resoconto del XV Incontro Nazionale della Rete Messicana del Lavoro Sessuale

Resoconto del XV Incontro Nazionale della Rete Messicana del Lavoro Sessuale

Legge sulla tratta di persone criminalizza il lavoro sessuale e incita al femminicidio.

XV Incontro Nazionale della Rete Messicana del Lavoro Sessuale

Come si possono ottenere i diritti per le lavoratrici sessuali nel momento in cui la nuova legislazione contro la tratta di persona incita all’odio di genere fino al femminicidio contro le presunte beneficiarie della legge? Quando questa legge, approvata tanto dalla deputata Rosy Orozco come dall’ambasciatore degli Stati Uniti Earl Anthony Wayne, criminalizza le stesse lavoratrici sessuali che hanno lottato contro la tratta per anni? Quando il loro lavoro ed i loro diritti di lavoro non sono ancora riconosciuti e sono considerate semplicemente o vittime o colpevoli? Quando gli assassinii e le razzie aumentano mentre i veri sfruttatori rimangono impuni? Quando il crimine organizzato ed i governi di tutti i livelli si scontrano per guadagnare il controllo del business e togliere loro gli spazi di lavoro? Quando la lotta lunga 25 anni contro l’AIDS viene sminuita a livello che i preservativi vengono utilizzati sempre più come prova attribuibile ai delitti relazionati con l’esercizio del lavoro sessuale?

Questi erano alcuni dei temi trattati nel XV Incontro Nazionale della Rete Messicana del Lavoro Sessuale, avvenuto il 26 e 27 giugno del 2012 nel hotel Faja de Oro nel Distretto Federale Messico. Il primo giorno decine di persone hanno partecipato a una seria di tavoli di discussione e assemblee, condividendo le proprie esperienze, gli obiettivi raggiunti e le sfide all’interno di questo difficile contesto, e il secondo giorno, con l’arrivo del contingente de quartiere la Merced, centinaia di lavoratrici sessuali hanno riempito la sala.

C’è stata la presentazione di quattro nuovi lavori creativi, i racconti brevi e a fumetti di: El labirinto de Soledad, Flores de la Montaña, Incitación al odio y Violencia hacia las Trabajadoras Sexuales y Niñ@s. Alcuni di questi racconti si possono leggere sul sito:

http://es.calameo.com/read/000137394c1c106139c8c

e si possono anche reperire, richiendendoli a questo indirizzo Calle Corregidora 115, Apt. 204, Col. Centro, Del. Venustiano Carranza, C.P. 15100, D. F., México. Tel-fax: 5542-7835.

Durante i tavoli e le assemblee, le e gli assistenti hanno denunciato che tra i beneficiari della tratta e dello sfruttamento della prostituzione troviamo impresari, proprietari di hotel, funzionari pubblici, papponi, matrone, poliziotti, il crimine organizzato e la classe politica. E chi ne paga i costi? Da una parte le persone che si trovano a lavorare contro la propria volontà, che realmente sono oggetto di tratta, e dall’altro lato le lavoratrici che offrono i propri servizi in maniera indipendente.

Una compagna ci ha detto: “Ci obbligano a pagare una quota e se non la paghiamo, i poliziotti ci violentano”. Un’altra compagna racconta i pericoli relativi al lavoro indipendente, senza matrone né papponi, senza pagare la polizia, le autorità municipali o il crimine organizzato. “Se non paghi, ti possono picchiare, violentare, uccidere o farti sparire. Alcune ex-compagne non hanno sopportato la dura pressione e adesso lavorano per il crimine organizzato o accettano i soldi dal governo. Altre sono cadute nella trappola della droga, per la pressione”.

Ciò nonostante di fronte a questa situazione di vita o di morte, le assistenti all’incontro hanno parlato dei vari obiettivi, veramente impressionanti, che sarebbero stati impossibili raggiungere senza l’organizzazione, la convinzione di continuare a resistere e molto coraggio.

Nel D.F., Guadalajara e Orizaba molte lavoratrici hanno rifiutato di pagare la propria quota malgrado gli assassinii e le sparizioni di alcune compagne. A Orizaba, quando l’Esercito sequestrò alcune compagne, le altre si recarono alla caserma e protestarono fino a quando non le rilasciarono.
Hanno detto: “Non permettiamo altri assalti. La polizia municipale ha smesso di perseguitarci. Le matrone già non ci estorsionan, e nemmeno il crimine organizzato. Siamo poche però siamo molto unite. Si immagini ciò che potremmo raggiungere se fossimo di un numero dieci volte maggiore di quello che siamo attualmente.”

Nel D.F., precisamente nell’area della Merced, la Rete partecipa con la Brigada Callejera che offre consulte ginecologiche, odontoiatriche, di medicina generale, agopuntura, e anche lezioni d’istruzione primaria e secondaria e corsi sui diritti umani e di educazione sessuale. Promuovono l’uso del preservativo e producono materiali didattici. Le sfide principali includono la difesa dello spazio di lavoro, la difesa contro la nuova legge sulla tratta e l’organizzazione dei servizi di salute e d’educazione in più posti.

Una compagna del D.F. ha detto: “Noi come lavoratrici sessuali vogliamo che il nostro lavoro sia riconosciuto come qualsiasi altro lavoro. Vogliamo essere libere. Che ci rispettino in quanto persone. Che cessino le retate. Non siamo criminali. Lavoriamo per i nostri figli. Che la criminalizzazione aperta smetta di esistere. Che ci rispettino come esseri umani. Che la finiscano di pregiudicare i nostri clienti e che la doppia moralità prenda coscienza che non siamo noi il problema, ma coloro che fanno parte del governo che si arricchiscono con il nostro lavoro. Sappiamo che fanno i vaghi perché realmente vogliono dominare il lavoro sociale.”

Da Guadalajara, una compagna ha affermato che “è fondamentale sottolineare una profonda separazione tra lavoro sessuale e la tratta di bianche. Il lavoro sessuale è una fonte d’ ingresso economico per mantenere e mandare avanti la nostra famiglia… E che bene che siamo unite per difendere i nostri posti di lavoro e non siamo disposte a lasciarci intimidire da coloro che continuano ad attaccarci e che si appropriano dei nostri spazi di lavoro”.

Una compagna del collettivo di Tlàlpan, nel D.F., ha detto: “Si deve riconoscere il lavoro sessuale come un lavoro come gli altri. Per molte di noi è l’unica opzione che rimane. Abbiamo chiesto un tavolo di lavoro con la Commissione Nazionale dei Diritti Umani dalla quale non abbiamo ottenuto nessuna risposta soddisfacente. Alle persone della Segreteria di Sicurezza Pubblica disposte ad organizzare tavoli di lavoro, i propri superiori gli hanno detto che se continuavano con gli incontri, gli sarebbe successo qualcosa, e per questo motivo i tavoli furono sospesi. Che sia chiaro la polizia e il crimine sono la stessa cosa. Questa non è una cosa nuova. È una situazione vecchia di anni, dove sono implicati lenoni, matrone, poliziotti, senatori, deputati, delegati del ministero pubblico, e tutto ciò che ha a che veder con il governo.”

Da San Martín Texmelucan, Puebla, un compagno afferma che “il lavoro sessuale non è un delitto. Siamo contrari alla criminalizzazione del lavoro sessuale. Che si rispettino i diritti dei lavoratori sessuali, e anche i diritti civili, i diritti riproduttivi e sessuali, i diritti di libero transito, e i diritti d’espressione. Bisogna fare una distinzione tra il lavoro sessuale e la tratta. Se un poliziotto apprende che una persona è sfruttata da un’altra, questo non è motivo in sé per indagare, perseguitare o castigare il lavoro sessuale in generale.”

Una compagna di Orizaba, Veracruz, dice: “il nostro lavoro è il nostro riscatto familiare. Nella maggioranza dei casi, le lavoratrici sessuali mantengono la famiglia. A Orizaba, vogliamo che sia chiaro che nonostante i problemi che abbiamo affrontato con le autorità, con la polizia, con gli intenti dei gruppi del crimine organizzato di estorcerci, abbiamo resistito e continueremo a resistere. Grazie alle organizzazioni, abbiamo potuto bloccare molte cose e seguiremo nella strada, ricordandogli che in ogni angolo si lotta e ci si difende. Non ne possiamo più dei femminicidi delle lavoratrici sessuali ed esigiamo giustizia. Non vogliamo che esista la tratta di persona, bensì che detengano ed arrestino le persone responsabili e non le persone che si dedicano a questo lavoro perché è l’unica opzione che ci lasciano”.

La compagna Krisna sottolinea che questo movimento è apartitico. Afferma che la Rete Messicana del Lavoro Sessuale sa, attraverso la sua esperienza e la sua vivenza, come maneggia il governo e come operano i candidati. “Usano il lavoro sessuale come trampolino e arrivando al potere l’unica cosa che fanno è tradire, perseguire e criminalizzare il lavoro sessuale… Come Rete non partecipiamo a nessuna votazione, né appoggiamo a nessun candidato perché siamo convinti che la lotta contro l’AIDS, per la difesa dei diritti umani, dei diritti del lavoro non si danno attraverso il governo, ma tutto ciò che abbiamo raggiunto è stato solo attraverso l’organizzazione, senza dipendere dal governo… Ci sono state persone che hanno promosso un candidato, aspettando così un cambiamento, però quando ebbero questa opportunità di aiutare, di appoggiare, di attuare il cambiamento, questi candidati, questi partiti, questi governi la unica cosa che hanno fatto è stato colpirci più duramente fino ad adesso… La Rete non cammina con il governo”

In un workshop, il primo giorno dell’incontro, Ricardo Hernàndez Forcata della Commissione Nazionale dei Diritti Umani (CNDH), l’unica persona di questa commissione che ha mostrato un interesse nel difendere i diritti del lavoro sessuale, ha dato informazioni sopra i modi di fare denuncie e fare ricorso contro la legislazione che viola i diritti umani. Il giorno dopo, è ritornato con un collega della Commissione che ha risposto a dubbi espressi dalle lavoratrici francamente scettiche sopra le possibilità menzionate, però non disposte a negare l’importanza di conoscere i propri diritti.

Jaime Montero della Brigada Callejera spiega che ci sono tre articoli specialmente dannosi nella nuova legge sulla tratta, che è entrata in vigore con la sua pubblicazione nella Gazzetta il 14 giugno 2012, gli articoli 19, 40 e 106.

“L’inciso 19 è il più nocivo. Proibisce che si stabiliscano contratti di servizio sessuale. Questo significa che eleva a delitto gli obblighi padronali e i diritti del lavoro sessuale. Questo è gravissimo in quanto anticipa una lotta che tuttavia non abbiamo vinto e così la cancella. L’articolo 40 nega il diritto di decisione delle lavoratrici sessuali perché abolisce il consenso informato. Quindi tutte hanno la connotazione di vittima. Che significa? Che non riconoscono chi lavora per conto suo. Che tutte sono vittime o colpevoli. L’articolo 106 proibisce tutta la pubblicità di contatti sessuali e questo significa che non solo sono proibiti gli annunci sessuali, ma la libertà di stampa e di pubblicare le necessità di contatto sessuale. È una violazione del diritto alla libertà sessuale e alla libertà d’ espressione e d’informazione.”

Nella conferenza stampa che ha chiuso l’incontro, la legge che castiga fino a 40 anni la tratta di persona fu il tema di vari commenti:

  • Questa nuova legge sta pregiudicando a molte persone perché sta chiudendo le sue fonti di lavoro come gli hotels. Così stanno incarcerando persone che con la tratta non hanno niente a che vedere. Ci proteggeremo di fronte a questa legge. Siamo organizzate e arriveremo fino a dove è necessario.
  • L’unica cosa che vengo a dire è di non credere a ciò che dicono i notiziari e le televisioni perché io ero uno di quellidetenuti in una retata. Sono maggiore d’età, ho figli da mantenere. Ci fecero firmare molti documenti senza il nostro consenso e successivamente dissero che avevano riscattato delle vittime della tratta. Non hanno riscattato a nessuno.
  • Esigiamo rispetto. Siamo parte di questa società.
  • Questa legge sulla tratta di persone fu voluta dalla deputata Rosy Orozco, la quale è molto orgogliosa di una legge che viola di diritti delle persone, mostrando le lavoratrici sessuali come vittime o sfruttatrici, inoltre rendendoci invisibili, noi che siamo in qualsiasi strada, in qualsiasi angolo, in qualsiasi hotel per decisione propria. Se dobbiamo essere considerate comunque vittime, siamo vittime del sistema economico. Siamo vittime di questa legge, della persecuzione e della criminalizzazione nei confronti di persone come noi, che abbiamo deciso in che lavorare, dove lavorare e di che fare del nostro corpo. Queste persone dicono che stanno salvando le vittime della tratta di persona, ma devono perseguire i veri sfruttatori. È molto facile dire che un lavoratore che fa un servizio o un lavoratore di hotel che lava gli asciugamani, o una donna che sistema i cuscini, sono i colpevoli, i trattanti. Invece la signora Rosy Orozco deve sapere che è lo stesso governo, attraverso la Segreteria di Sicurezza Pubblica, che sfrutta sempre le lavoratrici sessuali. Loro sono i veri lenoni, i veri papponi. Qui ci sono le persone con la dignità, con coscienza politica e memoria storica.
  • Che ci lascino in pace.
  • Che ci rispettino. In Guadalajara si reprime il lavoro sessuale. E per questo stiamo qui, per far valere i nostri diritti.
  • Io l’unica cosa che posso dire è che considero che il lavoro sessuale non è un problema politico e solamente lo pongono come un “parapetto” .Il problema è il traffico di droga operato da Los Zetas, la tratta di persone, i sequestri e gli assalti. Questi sono i veri problemi. Il lavoro sessuale non danneggia a nessuno. Ciò nonostante, la discriminazione e la non considerazione aleggiano sempre sopra di noi… Siamo lavoratrici forti, che sempre impugnano le armi per difendersi, con la dignità sempre alta. La nostra arma più forte è l’organizzazione. Sempre disposte a scontrarci con il nostro nemico, che è il governo. è il nemico più forte che abbiamo, il governo, è sempre lui che ci danneggia, che ci flagella, è lui che si vuole arricchire sempre con il nostro lavoro. Saremo sempre in guerra perché non sappiamo lasciare. Abbiamo compreso che dobbiamo difendere la nostra professione… ci vogliono tenere in una zona “di tolleranza” per tenerci sotto il loro controllo per favorire i loro guadagni e i loro interessi. Sappiamo che il lavoro sessuale non è piacevole. È una forte necessità perché abbiamo figli da mantenere e coloro che amiamo da aiutare.
  • Noi siamo contrarie che violano i nostri diritti personali e la nostra sicurezza.
  • Ciò che avviene è che ci obbligano a pagare una quota e se non lo facciamo, gli stessi poliziotti ci violentano.
  • Parliamo di casi gravi. Nel 2011- 2012 secondo l’Informe Speciale dell’Osservatorio Professionale del Lavoro Sessuale in Messico, “…Ciudad Victoria, Nuevo Laredo, Tampico, Matamoros e Reynosa, Tamaulipas, sono le città segnalate dalle lavoratrici sessuali, come dei “paradisi” dove si prostituiscono le immigrate dal Centro America che sono marcate dai loro padroni e dove il crimine organizzato si allena assassinando a lavoratrici sessuali in luoghi isolati, lo stesso succede in alcune città dello Stato del Messico”. Termino leggendo la seguente lista di femminicidi e scomparse di lavoratrici sessuali registrati lo scorso anno:

2011:

    • in luglio fu assassinata nel Mexicali, Sofía Alemán Sánchez di 25 anni; nel mese di luglio fu assassinata da cinque pugnalate nella schiena nella Salvatierra, Gunajuato, Esmeralda Concepción Reinalde di 35 anni.
    • il 12 agosto fu assassinata un’altra lavoratrice sessuale nel Mexicali, una situazione che genera una protesta da parte della sue compagne di fronte alla Procuratorato Generale di Giustizia dello Stato (PGJE).
    • Il 29 agosto María del Carmen Alijarrarás Mendoza, di 48 anni di età, fu assassinata nel hotel Señorial di Morelia, Michoàcan, per strangolamento. Faceva parte dell’associazione civile “Monarcas Libertad”.
    • Il 25 settembre Iván Rivera Cuesta, conosciuta nell’ambiente del lavoro sessuale come “Brighet”, fu assassinata brutalmente nel massacro di Boca del Rìo, accusata di essere collaboratrice di un gruppo appartenente alla criminalità organizzata.
    • Il 29 settembre Adolfo Rivera Hurtado, conosciuto come la “Denisse”, di anni 40, fu assassinata in un bar di Galeana, un piccolo paese nel municipio di Zacatepec nello stato di Morelos.
    • Il 2 ottobre fu “portata via” la lavoratrice sessuale Ericka López Robledo di 23 anni dal Reyna Bar nella zona di tolleranza Plaza 21 Cancún, Quintana Roo e successivamente fu lanciata in un terreno incolto priva di sensi.
    • Il 10 ottobre nella località di Amozoc, Puebla fu violentata e pugnalata una lavoratrice sessuale di 30 o 35 anni d’età, non si conosce ancora il nome.
    • Il 4 novembre furono rapiti in Chihuahua, nello stato di Chihuahua, due transgender e una lavoratrice sessuale da Calle 12 e Avenida Juàrez, i quali furono privati delle loro vite, decapitato, tagliato a pezzi e uccisa con colpi d’arma da fuoco rispettivamente.
    • Il 20 novembre a Lazaro, Cárdenas, Michoacán fu uccisa a pietrate una lavoratrice sessuale di 30 anni approssimativamente in Calle Francisco I.Madero y Emiliano Zapata.
    • Il 22 novembre in Sahuayo, Michoacán, fu rapita in un bar ubicato sulla superstrada federale Azuayo- Cojumatlán, Karina Isabel Ávalos Espinoza di 20 anni, la quale risulta ancora scomparsa.
    • Il 27 novembre nelle strade 12 e Libertad, fu assassinata una lavoratrice transgender di 27 anni in Chihuahua, Chihuahua, il suo nome è ancora sconosciuto.
    • Il 30 dicembre in Cintalapa, Chiapas, Yerlin Nervid Zúñiga di 34 anni, originaria di Chimaltenango, Guatemala, fu assassinata con un’arma da taglio.

 

2012

    • Il 26 febbraio fu assassinata “Sylvia” nel Mexicali.
    • Il 4 marzo, fu rapita dall’hotel Posada, “Rocío”, il cui corpo fu ritrovato successivamente nudo, massacrato e con segni di tortura lungo la strada San Felipe de Tijuana, Baja California. Lavorava nel centro di Mexicali.
    • Il 17 aprile a Yurécuaro, Michoacán, Laura Ponce Esquivel di 30 anni, fu massacrata da colpi d’arma da fuoco.

A maggio, assassinarono la compagna “Fernanda” di Guadalajara, Jalisco. Un presunto cliente se la portò fuori dall’hotel dove lavorava per un servizio e fu trovata sgozzata.

    • Negli ultimi tre anni, sono state assassinate nel Mexicali, più di undici lavoratrici sessuali, tra loro 4 squartate e 16 sono scomparse. Altre vittime nel Mexicali sono Vilma Arellano Díaz, assassinata nel 2008. María de los Ángeles Salazar Castro di 38 anni, Blanca Elizabeth Hernández Ramírez, di 35 anni. Sono scomparse nella stessa città Claudia, Martha, Montse, Alma, Magui, Sandra, Lourdes e altre 4 donne, tra loro “Wendy”, che poneva annunci sui giornali.
    • Il 19 giugno fu assassinata Chetumal, Quintana Roo, Liliana Estrella e successivamente scaraventata in un contenitore della spazzatura.

 

A conclusione dell’incontro, per animare tutte e tutti e risaltare l’aspetto ludico del lavoro sessuale, due compagne offrirono uno spettacolo di ballo degno di essere ricordato.

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