La Jornada – Sabato 14 gennaio 2012
Gli abitanti di Siltepec prendono il controllo del territorio del municipio chiapaneco e bloccano l’accesso ai distributori di birra e alcolici ed alle imprese minerarie canadesi
Hermann Bellinghausen. Inviato. San Cristóbal de las Casas, Chis., 13 gennaio. Gli abitanti organizzati del municipio di Siltepec, nella Sierra Madre del Chiapas, hanno bloccato l’accesso al municipio per i fornitori di birra, distributori di alcool e droga e imprese canadesi di sfruttamento del legno e miniere che sfruttano il loro territorio; inoltre hanno chiuso 18 bar e messo seriamente in discussione la polizia, il sindaco e l’agente del Pubblico Ministero (MP) dello stato che proteggono i delinquenti. A partire da questo giovedì hanno deciso di organizzarsi “come capoluogo municipale, in coordinamento con ejidos, fattorie, quartieri e colonie, per esercitare il controllo del nostro territorio senza l’intervento dei partiti politici e del governo”.
L’organizzazione della società civile Luz y Fuerza del Pueblo-Región Sierra, aderente all’Altra Campagna, presente in 38 municipi della regione, informando dell’azione ha dichiarato: “Il nostro municipio, come la maggioranza in Chiapas, affronta gravi problemi di alcolismo, eccesso di presenza di bar, proliferazione di droga e prostituzione, disboscamento e commercializzazione dell’ambiente, saccheggio clandestino dei minerali da parte delle imprese del Canada nell’ejido Honduras e nel quartiere Las Nubes dell’ejido Toquián Grande, ed il tentativo di intervenire in altri”.
Gli abitanti hanno posto catene e cartelloni alle entrate ed uscite del capoluogo municipale e negli ejidos dove ci sono risorse naturali e minerali, “per impedire il saccheggio clandestino, poiché l’impresa mineraria Black Fire è entrata di nascosto di notte portando via otto camion del minerale del quartiere Campo Aereo dell’ejido Honduras; abbiamo avvertito che non lo permetteremo più in nessun posto del Sierra”.
Facendo appello all’articolo 39 della Costituzione, aggiungono: “Su ordine del popolo, ejidos e comunità organizzate abbiamo chiuso più di 18 bar nel capoluogo municipale di Siltepec e contemporaneamente abbiamo le nostre guardie e vigilanze nel centro e nei cinque quartieri, negli ejidos e fattorie che appartengono alla nostra organizzazione, affinché mantengano l’ordine durante la notte. Fermeremo gli ubriachi, i criminali ed i trafficanti di immigrati, perché la polizia settoriale non controlla né offre sicurezza, ma si dedica alle estorsioni ed alla repressione della popolazione, mentre il presidente municipale non svolge il suo dovere”.
Chiedono che le nuove guardie comunitarie siano rispettate “perché agiscono su ordine del popolo e in base a verbali di accordo”. E puntualizzano: “La nostra decisione di organizzarci in maniera indipendente dal governo e dai partiti politici è stata presa perché sono ormai troppi anni di inganni e bugie. Dopo 72 anni di governo del PRI, quasi 12 del PAN e quasi 12 del PRD in Chiapas, la situazione del nostro popolo non è cambiata, stiamo sempre peggio nonostante le campagne di stampa su radio e televisione in cui il governo dice di aver investito in cose che ha realizzato”.
La Sierra del Chiapas, “che è sempre stata tranquilla, ora si sta svegliando insieme ad altri compagni e fratelli dei municipi di Motozintla, El Porvenir, Bella Vista, La Grandeza, Frontera Comalapa, tra altri”.
Nella loro argomentazione aggiungono il dissenso per le elevate tariffe elettriche, “la prepotenza, la mancanza di giustizia e la corruzione del PM, Alexander Pérez Ramírez”, le deficienze dell’assistenza sanitaria “e la mancanza di umanità del personale sanitario”, e “la nota Assicurazione Popolare che resta sulla carta di fronte alla gravità dei problemi; la corruzione e l’abbandono nei quali si trova il municipio ed i suoi ejidos; sono tante le lettere e le denunce che abbiamo fatto alle autorità statali ma non abbiamo mai avuto adeguate”.
Gli abitanti di Siltepec, dentro la Sierra Madre, vicino alla frontiera col Guatemala, hanno anche avvertito la società Coca Cola: “Non lasceremo che si impadronisca della montagna del Rosarito e del Podere Las Chicharras dell’ejido Vega del Rosario, dove ci sono molibdeno ed acqua pulita”.
Denunciano minacce di morte da parte di bande criminali che operano nella regione. Lo scorso 31 dicembre è stato assassinato il loro compagno Salomón Ventura Morales, nella sua abitazione nel quartiere Las Cruces, “da persone ben note”. E concludono: “Ora basta con la corruzione, le ingiustizie e la complicità tra malviventi ed autorità”.http://www.jornada.unam.mx/2012/01/14/politica/014n1pol