Frayba denuncia violenze.


La Jornada – Sabato 7 gennaio 2011
Il Frayba denuncia gravi violazioni delle garanzie delle famiglie tzeltales da parte dei priisti

Hermann Bellinghausen. Inviato .San Cristóbal de las Casas, Chis., 6 gennaio. Il Centro dei Diritti Umani Fray Bartolomé de las Casas (Frayba) ha denunciato “gravi violazioni” delle garanzie individuali (sparizione, sequestro, tortura, detenzione illegale, violazione e sfollamento interno), “compiute da funzionari statali e membri del Partito Rivoluzionario Istituzionale (PRI) contro diverse famiglie tzeltales dell’ejido Busiljá, municipio di Ocosingo, membri del Frente de Ejidos en Resistencia Genaro Vázquez Rojas ed aderenti all’Altra Campagna”.
Riferisce che lo scorso 7 dicembre Elías Sánchez Gómez è stato fermato mentre lavorava con sua moglie, María Esther Hernández Gómez, e suo figlio, da due poliziotti statali e 15 priisti dell’ejido, che lo hanno picchiato, portato in montagna, continuando a picchiarlo e poi sulla strada per Palenque. Lì “c’erano altre persone che mi dicevano  ‘questa non è la tua terra, la comunità non ti vuole’, mi hanno imbavagliato e caricato su un furgone della Polizia Statale Preventiva (PEP) e tre persone – Herlindo López Pérez, Juan Morales, agente ausiliare di Busiljá, e Domingo López Hernández, commissario ejidale – mi si sono seduti sulla schiena”.
A Palenque, Elías è stato portato negli uffici del Pubblico Ministero (PM). “Negli uffici del PM c’è una stanza, lì mi hanno picchiato e volevano che dicessi dove si trova mio papà, mentre il PM compilava i documenti. C’erano i poliziotti in borghese ed i tre di Busiljá. I poliziotti mi hanno preso a calci e mi chiedevano ‘dov’è tuo papà? ‘, ma io non ho rilasciato nessuna dichiarazione”.
Di fronte al suo rifiuto di collaborare è stato internato nella prigione di Playas de Catazajá, dove viene sottoposto a trattamenti crudeli “dai ‘precisos’ che controllano le prigioni del Chiapas in complicità con le autorità penitenziarie”, sostiene il Frayba, che ha le prove che lo stesso 7 dicembre la moglie di Elías “è stata violentata da Herlindo, Domingo e da un’altra persona”.
Un’altra parente “è stato violentata da Manuel Sánchez, Benjamín Gómez Sánchez, e Juan Sánchez Morales, mentre le dicevano, non piangere perché te lo meriti, sei una donna’, e Benjamín ordinava ‘falle male che se lo merita perché non lascia l’appezzamento’ “. Nel frattempo, elementi del PRI e cinque poliziotti statali saccheggiavano le case di Elías padre e figlio, e quelle di José, Fausto e Felipe, tutti Sánchez Gómez. Le vittime hanno confermato la partecipazione di almeno nove persone originarie di Busiljá, tre dell’ejido Cintalapa, cinque poliziotti statali ed un PM.
In precedenza, il 17 luglio 2011, i priisti e 15 elementi della PEP fecero irruzione a casa di Elena Morales Gutiérrez portando via la figlia Gabriela di otto anni. La famiglia presentò una denuncia al PM di Ocosingo che non ha fatto niente per ritrovare la bambina”. Quel terribile 7 dicembre Elena l’ha vista a casa di Benjamín, prigioniera con l’appoggio della polizia. Nonostante il PM fosse stato avvertito, segnala il Frayba, questi “non ha fatto nulla, ‘invitando’ i parenti ad arrangiarsi personalmente per riprenderla”. Inoltre, il 4 ottobre è scomparso Pablo Sánchez Gutiérrez, di 15 anni, familiare di Elías, nel quartiere Las Lomitas, di Ocosingo, “mentre andava a comprare tortillas”.
Il Frayba chiede al governo del Chiapas di indagare sui fatti e di garantire l’integrità della bambina Gabriela Sánchez Morales; che si puniscano gli aggressori appartenenti al PRI ed alla PEP; che si garantisca la vita degli sfollati ed il ritorno delle sette famiglie attualmente in presidio nello zócalo di questa città e, in ultimo, la liberazione di Elías figlio.
Queste famiglie sono state oggetto di aggressioni e sgomberi nel 1997, 2001 e 2006 da parte di priisti legati all’Organizzazione Per la Difesa dei Diritti Indigeni e Contadini (Opddic), “con la copertura della polizia statale e dei funzionari che hanno interessi nel territorio dei popoli indigeni”. http://www.jornada.unam.mx/2012/01/07/politica/015n1pol
(Traduzione “Maribel” – Bergamo)

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