15 maggio – Nakba a Gaza: la resistenza e l’omaggio a Vittorio


“Il 15 marzo, nelle strade, abbiamo affrontato e sconfitto la paura per la polizia, il 15 maggio abbiamo aperto una frontiera e schiacciato il terrore al quale ci costringe l’assedio, abbiamo invaso la buffer zone, lottando contro l’apartheid!”

Queste riportate sono le parole emozionanti dei giovani e delle giovani palestinesi che hanno partecipato al corteo che da dentro la Striscia di Gaza ha aperto il valico di Erez.

Il valico di Erez chiude la frontiera, separando la Palestina frammentata e colonizzata della West Bank dalla Palestina assediata della Striscia di Gaza. Il 15 maggio 2011, il 63° anniversario della Naqba, è una giornata speciale che non resterà l’unica: la forza di una mobilitazione enorme convince tutti e tutte  ed è segno di un chiaro spartiacque con l’isolamento del passato.

Il  Convoglio Restiamo Umani ha partecipato al corteo al fianco dei compagni e delle compagne palestinesi che hanno accolto e seguito il convoglio per tutta la sua durata. L’estrema visibilità che i media ufficiali hanno dedicato a questa numerosa partecipazione internazionale è stata utilizzata per ribadire la chiara solidarietà e vicinanza con la lotta per la liberazione della Palestina e per gridare a gran voce che la popolazione non resterà mai sola, perché l’assassinio di Vittorio ha un unico beneficiario: la forza occupante sionista.

Nel sito vik2gaza.org sono raccolte le interviste e le corrispondenze radio con cui il Co.R.Um ha raccontato la giornata. I/le partecipanti al convoglio piangono i ragazzi e le ragazze, i bambini e le bambine, gli uomini e le donne uccise e feriti dall’esercito israeliano in questa giornata di lotta, solo gli ultimi di una cruenta e bestiale pulizia etnica che continua da 63 anni.

Alle 4.00 del mattino di oggi, 16 maggio, la buffer zone oltre il valico di Erez
vedeva ancora una forte presenza di palestinesi pronti a dare la vita per la libertà. Le tende installate dentro la zona interdetta dall’esercito occupante sono il chiaro segno della determinazione e della tenacia della popolazione palestinese. Una lunghissima giornata di lotta si conclude solo quando la voglia di vivere è più forte del fuoco dei fucili e dei carri armati israeliani, scegliendo di lasciare la terra liberata per un giorno per prendere la rincorsa, recuperare le energie e continuare la lotta evitando di aggiungere altri corpi massacrati dall’occupazione.

Con tristezza e dolore salutiamo le 125 persone ferite gravemente durante la manifestazione al valico di Erez e gridiamo la nostra rabbia per le 2 persone uccise da colpi mirati, che si aggiungono agli altri 15 freedom figthers uccisi dal fuoco israeliano in questa giornata di resistenza, lungo i confini e i muri di tutta la Palestina.

 


Gaza: commemorazione di Vittorio Arrigoni

Hai visto Vik che bel sole che c’è questa mattina al porto di Gaza city? Hai visto quanti siamo? Noi, italiani e internazionali del Co.R,UM., i giovani ragazzi gazawi, i pescatori.

Il mare calmo, piatto di fronte a noi, il cielo terso. E noi siamo rimasti qui a lungo ad assorbire i luoghi dove tu sei arrivato con una delle prime barche di Ship to Gaza, tutti insieme.

Siamo saliti su Oliva, il progetto che hai ideato insieme ai pescatori, la tua idea divenuta finalmente realtà, la piccola imbarcazione che permetterà di interporsi tra i pescherecci che salpano in mare e la marina israeliana. I pescatori sono proprio orgogliosi di questo. Hanno voluto farcela provare, un piccolo giro all’interno del porto.

I ragazzi gazawi hanno intonato con noi onadikum, la canzone che cantate sempre insieme e che ormai avrai imparato a memoria. Intanto dei petali di rosa e una bandiera palestinese si fanno trasportare verso l’orizzonte, il mare aperto. L’Utopia.

C’è ancora tanto da fare qui a Gaza… Lo facciamo insieme, no?

 


Abajo pueden encontrar diferentes enlaces a videos y artículos (en ingles) sobre lo que pasó ayer en Palestina, Líbano, Egipto, Jordania…

Ayer fue el día de la memoria palestina, la que llaman “Nakba”, catástrofe, o sea el día en que Israel fundó sobre la sangre y la memoria del pueblo indígena de Palestina, su Estado presuntamente democratico.

Ayer, como cada año, el ejército israelí reprimió las protestas de los palestinos, con un saldo de una decena de palestinos asesinados y cientos de heridos. En Gaza, los tanques de guerra abrieron el fuego en contra de la marcha.

RETEN MILITAR DE QALANDIA (PALESTINA)

JERUSALEM ESTE (PALESTINA)

LIBANO

EMBAJADA ISRAELÍ EN EL CAIRO (EGIPTO):

 

JORDANIA:

 

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