Paramilitari sparano a Mitziton, un ferito dell’Altra Campagna


Nuova aggressione a Mitzitón, in Chiapas, contro una comunità che si oppone a una devastante autostrada. un ferito grave.

Qui una corrispondenza fatta stanotte con un compagno del Nodo Solidale che si trovava lì: http://www.archive.org/details/MitzitnNuovaAggressioneAlle undici di sera del 13 febbraio 2011 è stato aggredito un plantón (presidio) della comunità di Mitzitón aderente alla sesta dichiarazione della selva lacandona da parte dei membri dell’organizzazione paramilitare “Alas de aguila – Ejercito de Dios”; il presidio protestava contro il sequestro di due compagni da parte dei paramilitari e avveniva il giorno dopo del blocco stradale in solidarietà con la comunità aggredita di San Sebastián Bachajón.

In questi giorni anche la comunità di Mitzitón si mobilita per la libertà di due prigionieri politici di detta comunità, tenuti in ostaggio dallo Stato per vendetta contro la comunità che si oppone alla costruzione dell’autostrada San Cristobal-Palenque sul proprio territorio. Mitzitón è una comunità maya Tzotzil che si trova nel municipio di San Cristobal de las Casas, nella regione de Los Altos de Chiapas.

Mitzitón si trova ad uno degli estremi dell’autostrada turistica che il governo di Juan Sabines, del PRD, ha iniziato a costruire senza prima consultare la popolazione e con l’opposizione di innumerevoli comunità indigene delle regioni che pretende di attraversare.

Alle 11 di sera del 13 febbraio 2011 un gruppo dell’organizzazione Alas de Aguila, nota per i suoi metodi violenti e per l’appoggio istituzionale, ha iniziato a sparare con armi da fuoco sul presidio della collettività di Mitzitón, aderente alla Otra Campaña. Come conseguenza dell’aggressione, è stato gravemente ferito il ventitrenne Carmen Jiménez Heredia, indigeno tzotzil aderente alla Otra Campaña, trasferito all’ospedale del municipio di San Cristóbal de las Casas, dove e’ tuttora ricoverato.

Dopo l’aggressione, intorno alla mezzanotte, un camion militare si è piazzato davanti all’entrata della comunità, con circa 40 soldati. La polizia ha circondato la comunità, al fine di “proteggere”. In realtà sia i federali, che gli statali spalleggiano i paramilitari, che a loro volta sono l’ariete per fare largo all’autostrada che non metterà in comunicazione le comunità, né permetterà loro di commercializzare i loro prodotti, ma servirà ai capitali transnazionali e al turismo industriale e ai suoi capitali, che in nome di pochi saccheggiano la gran parte dei territori indigeni.

 

 

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