La JBG denuncia l’invasione nel villaggio Choles de Tumbalá. Le basi di appoggio dell’EZLN subiscono furti e distruzione delle coltivazioni. La comunità zapatista è minacciata dal gruppo Xi’ Nich. Dalla Redazione.


La Jornada – Sabato 12 giugno 2010

La Giunta di Buon Governo (JBG) Nueva semilla que va a producir,
della zona nord del Chiapas, ha denunciato che un gruppo di provocatori
vuole impadronirsi della comunità zapatista Choles de Tumbalá, con
l’appoggio dell’organizzazione Xi’ Nich “ufficiale” – vecchia scissione
dell’organizzazione indipendente con lo stesso nome – guidata dal
leader invasore di terre Mario Landeros Cárdenas.    Choles de Tumbalá,
vicina alla città di Palenque, appartiene al municipio autonomo
zapatista El Trabajo. La JBG accusa dei fatti Gregorio Álvaro Cruz,
Miguel Álvaro Montejo, Miguel Sánchez Jiménez, Rafael Álvaro Montejo,
Miguel Montejo Arcos, Francisco Montejo Torres, Miguel Méndez Montejo,
Santiago López Arcos e Miguel Solís Velasco, persone “che non hanno mai
inteso ragione né rispetto per le autorità e la comunità”, e che si
sono organizzate per sgomberare le basi di appoggio dell’EZLN.   Con il
sostegno di Landeros Cárdenas, il 20 maggio “improvvisamente” sono
arrivate 79 persone per invadere la comunità. I giorni 21 e 22 maggio,
“senza rispettare le nostre basi di appoggio, hanno effettuato
misurazioni della terra e della zona urbana con l’appoggio di un
topografo”.    Il 2 giugno hanno provocato l’incendio di 100 ettari;
ora gli invasori “accusano i nostri compagni” di abbattere alberi e
perfino “della morte di una signora”, perché “vogliono fabbricare reati
per giustificare uno sgombero o la repressione”. Il 3 giugno hanno
fatto irruzione nel terreno di uno zapatista, “spezzando 18 file di
peperoncini su una lunghezza di 90 metri.”   Il 5 giugno Álvaro Cruz e
Álvaro Montejo “hanno distribuito” case a gente che hanno portato da
fuori. Tra queste case, c’è la sede del collettivo “delle compagne
donne”. Il giorno 9 “hanno distrutto la recinzione impadronendosi di 80
metri di rete di filo di ferro, tavole e 40 pali della recinzione”. Lo
stesso giorno, cinque basi di appoggio di Choles de Tumbalá sono state
aggredite “con estrema violenza” e perseguitate con machete da Gregorio
Álvaro e dal suo gruppo.    I compagni “sono riusciti a nascondersi in
montagna ed altri nelle proprie case per evitare di essere uccisi”. Il
leader invasore ha minacciato di morte gli indigeni. Un’altra sua
minaccia è che “porterà la pubblica sicurezza a sgomberarci.”     Gli
aggressori “si sentono protetti dal governo”. La JBG sostiene che
“voleva sistemare il conflitto con le buone” convocandoli, ma non si
sono mai presentati. “Siamo stati solo presi in giro”.     

La JBG denuncia che è “la strategia di contrainsurgencia
del governo” contro i popoli “che lottano e resistono contro il piano
neoliberale” che compera i leader per ingannare, confondere e
manipolare la gente povera, “creando conflitti tra gli stessi
diseredati della nostra società”. Gli zapatisti si rivendicano quali
“legittimi proprietari di questa terra che ci spetta storicamente e
perché lì ci sono i corpi dei nostri antenati; l’abbiamo recuperata nel
1994 ed è stata pagata con la vita e con il sangue dei nostri compagni
e la difenderemo ad ogni costo”. http://www.jornada.unam.mx/2010/06/12/index.php?section=politica&article=016n1pol

Comunicato completo della JBG di Roberto Barrios

 (Traduzione “Maribel” – Bergamo)

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