La Jornada – Lunedì 31 maggio 2010
La Red Unidos por los Derechos Humanos
(RUDH) aderente all’Altra Campagna si unisce alla carovana umanitaria
per Copala e si dichiara contraria alla partecipazione dei parlamentari
alla mobilitazione
Dalla Redazione. La Red Unidos por los Derechos Humanos
(RUDH), aderente all’Altra Campagna, ha dichiarato che nonostante il
rischio che i suoi membri siano aggrediti dai paramilitari della Unidad de Bienestar Social, parteciperà alla carovana di aiuti umanitari per gli abitanti del municipio autonomo di San Juan Copala.
In un comunicato, l’organizzazione presente nella regione della
huasteca veracruzana ha informato che parteciperà alla raccolta di
generi alimentari; “l’aiuto simbolico del popolo huasteco e totonaco
sarà inviato per vie diverse al municipio autonomo ed una commissione
si unirà alla carovana”.
La RUDH si è dichiarata contraria alla partecipazione dei
parlamentari alla carovana; “vogliono approfittarne per guadagnarsi
simpatie nell’attuale congiuntura elettorale; il movimento deve essere
indipendente dai partiti politici e dal governo”.
A su volta, l’organizzazione Maderas de Pueblos del Sureste
ha chiesto al governo federale e a quello di Oaxaca di porre fine al
clima di aggressione, violenza e intimidazione contro gli abitanti del
municipio e di fornire garanzie di sicurezza e integrità ai
partecipanti della carovana.
In una lettera indirizzata al Presidente della Repubblica, al
governo di Oaxaca, alla Commissione Nazionale dei Diritti Umani, alla
Relatrice Particolare dell’ONU per i Difensori dei Diritti Umani ed
all’Alto Commissariato dei Diritti Umani dell’organo internazionale, ha
chiesto che si indaghi sull’aggressione contro la carovana di
osservazione civile del 27 aprile scorso, in cui sono morti Beatriz
Alberta Cariño Trijullo, direttrice del Centro de Apoyo Comunitario Trabajando Unidos e fondatrice della Red de Radios Comunitarias del Sureste Mexicano,
e del finlandese Jyri Jaakkola, così come dell’omicidio, il 20 maggio,
di Timoteo Alejandro Ramírez e di sua moglie Cleriberta Castro Aguilar.
Chiede il disarmo dei gruppi paramilitari che agiscono impunemente
nella regione triqui, la punizione di chi li guida e dei funzionari che
li sostengono, e che si forniscano tutte le garanzie di sicurezza e
integrità ai partecipanti alla carovana umanitaria che l’8 giugno
partirà da Città del Messico per il municipio autonomo.
Le organizzazioni riterranno responsabili il presidente Felipe
Calderón ed il governatore di Oaxaca, Ulises Ruiz, di qualsiasi
aggressione o intimidazione contro la carovana.