più di cinque mesi San Juan Copala è assediata dai paramilitari della
UBISORT, lo avevamo già denunciato ed è stato il motivo della chiamata
di solidarietà da parte del Municipio Autonomo per realizzare una
carovana, quella che è stata brutalmente attaccata il 27 aprile 2010;
ancora oggi la brutale aggressione alla autonomia di San Juan Copala
continua con il sequestro e la sparizione di 11 persone, la portata del
crimine è ancora più rilevante poiché si tratta di donne, bambini e
bambine.
componenti del Municipio Autonomo di San Juan Copala denunciano il
sequestro di sei donne e cinque bambini e bambine del Municipio
Autonomo di San Juan Copala, da parte di un gruppo di uomini con le
pistole puntate appartenenti alla Union de Bienestar della regione
Triqui (Ubisort) al comando di Rufino Juarez nella comunità de La
Sabana.
FATTI si sono verificati quando un gruppo di 35 donne e bambini sono
usciti da San Juan e sono stati minacciati al loro arrivo nella
comunità de La Sabana dall’UBISORT che gli ha comunicato che sarebbero
stati giustiziati se avessero provato a tornare indietro con alimenti e
medicine.
membri del Municipio Autonomi danno la responsabilità dell’aggressione
a Rufino Juarez, dirigente della UBISORT e aggiungono, basandosi sulla
testimonianza di 24 donne che sono riuscite a scappare all’attacco, che
due donne di San Juan Copala sono ferite e che uno dei bambini ha solo
un anno.
Municipio Autonomo di San Juan Copala ha dato i nomi di alcune delle
persone della comunità che sono state sequestrate: Felipa de Jesús
Suárez, Martiniana Aguilera Allente, Marcelina Ramírez e Lorena Merino
Martínez. Con loro le bambine Rosario Velasco Allente, JosefaRamírez
Bautista e altre piccole, in più due bambini di quattro anni e uno di
un anno.
aggressioni contro il processo di difesa dell’Autonomia del Municipio
Autonomo di San Juan Copala non si arrestano, il paramilitarismo con la
complicità del governo statale continua a commettere crimini contro una
popolazione indifesa, aggredita da più di cinque mesi, in lotta per la
sopravvivenza, trovandosi senza servizi pubblici, senza alimenti,
medicine, in un totale stato di isolamento a causa dell’assedio
militare contro il quale:
un appello al popolo di Oaxaca, del Messico, alla comunità
internazionale e alle varie organizzazioni sociali, alle associazioni
per i diritti umani, alle ambasciate, ai collettivi, a tutti i nostri
compagni e a tutte le compagne consapevoli e a tutti i popoli del
mondo, alziamo la voce con forza in appoggio al Municipio Autonomo di
San Juan Copala e facciamo una pubblica condanna sociale contro tutti
quelli che stanno aggredendo la comunità di San Juan Copala che sta
provando a costruire la sua autonomia ma è violentemente repressa
mentre esercta il proprio diritto all’autodeterminazione.
visibile la solidarietà e l’appoggio e continuiamo ad esigere tutti
uniti il rilascio delle persone rapite e una punizione ai responsabili
delle uccisioni nella regione Triqui. Seguiamo il caso dei compagni di
San Juan Copala che si trovano rifugiati nella comunità di Yosouxi.
Chiediamo fraternalmente che tutti esigano la fine delle condizioni di
violenza contro il Municipio Autonomo di San Juan Copala.
-
L’immediato
rilascio in vita delle donne, dei bambini e delle bambine sequestrati
dai paramilitari della UBISORT il 14 maggio nella comunità de La
Sabana. -
La responsabilità dell’intergrità fisica,
morale dei nostri compagni triqui che sono rifugiati nella comunità di
Yosoyuxi, per timore che se dovessero tentare di tornare a San Juan
Copala potrebbero essere assassinati dai paramilitari della UBISORT, è
del governo dell’assassino Ulises Ortiz e del suo segretario generale
Evenencio Martinez. -
Ai vertici, alle istituzioni
locali, statali, federali del governo, di porre fine agli attacchi da
parte dei paramilitari e militari nella regione triqui. Così come deve
aver fine il finanziamento, l’armamento e l’impunità di cui godono
questi gruppi nel nostro Stato. -
Ritiro immediato del
blocco paramilitare a cui è sottoposto il Municipio Autonomo di San
Juan Copala, rispetto per le comunità indigene autonome.