[02-05-2010] Lettera di Omar Esparza, marito di Bety Cariño assassinata il 27 aprile Ai nostri amici e Fratelli


A coloro che condividono il
dolore e l’angoscia

All’opinione pubblica
costernata e piena di rabbia

Ai popoli indigeni del
Messico e del mondo

A coloro che ci sostengono
esprimendo il più profondo cordoglio

A tutti quelli che con il
loro calore, la loro solidarietà, la loro presenza, le denunce ci
indicano il cammino da seguire, a coloro che hanno sofferto la
perdita di una persona cara, vogliamo dire che non esistono parole
per esprimere la rabbia che sentiamo, l’impotenza, l’angoscia e la
disperazione di non aver avuto la possibilità di essere accanto alla
nostra compagna, madre di due figli, la leader, l’amica, la sorella,
L’AMORE DI UNA VITA quando l’odio, l’accanimento e l’ra l’hanno
strappata alla vita, in questa lotta che abbiamo deciso di percorrere
in questi 14 anni, a tutti voi e a nome dei miei figli vorrei dire
grazie.

Ancora una volta, come nel
2006, lo Stato terrorista, assassino e repressore di Ulises Ruiz
vuole dimostrare la sua forza, imporre la sua politica e far sentire
il suo odio a coloro che non si conformano, che non si sottomettono,
che non si abbassano e sono incorrutibili, perché nascono come
persone semplici e piene di vita, perché si formano in uno spirito
di fratellanza tipico di coloro che hanno deciso di realizzare un
mondo diverso, più umano, dove la terra fiorisca e dove  Bety o
Beto, come la chiamava suo padre, o Alberta Cariño Trujillo, non sia
stata uccisa. Le tue parole continuano a  dar voce a coloro che
non ne hanno e continui ad essere sorella delle donne di Copala,
delle Mixteche e delle donne di tutto il mondo, perché sei una
donna, la tua determinazione di compagna e  la determinazione di
questa lotta per l’autonomia hanno un’essenza materna e resistono
all’odio, all’ira e al disprezzo dei paramilitari della UBISORT,
comandati da Rufino Juarez e Antonio Cruz.

Distruggerti oggi è più
difficile, sei viva e ardi nei cuori di donne e uomini degni,
rappresenti la voce di un nuovo cammino che si chiama speranza per
una vera pace del popolo Triqui, per il Municipio Autonomo di San
Juan Copala. Coloro che ti negano e giudicano il tuo cammino sono
complici dei lacchè, dei mercenari di una politica basata sul dare e
ricevere in cambio del dolore del popolo Triqui, sul negoziare
concessioni per sottomettere e sfruttare la condizione di povertà
della gente. Spero che coloro che si sentono i capi di una nuova
avanguardia rivoluzionaria ci risparmino le loro parole retoriche e
senza senso. Essere in prima linea anche quando significa rischiare
la vita ti ha reso più umana, degna e rispettabile, sebbene alcuni
dicano che si è trattato di un “errore tattico”, “di una
provocazione discutibile, sbagliata”. E’ per caso indegno assumere
la tua stessa responsabilità quando la vita dell’umanità è in
pericolo? Difendere la vita altrui con la propria vita è l’esempio
del percorso che intendiamo portare avanti tutti insieme…

A tutte e a tutti coloro che
continuano a lottare per la giustizia, vogliamo esprimere la nostra
più sincera gratitudine, è chiaro a tutti chi è il responsabile,
ha un nome e un volto, sappiamo chi sono i suoi scagnozzi, i nostri
nemici si chiamano Ulises Ruiz Ortiz, Evencio Martinez e i
paramilitari della UBISORT. Dov’è il governo che lotta per un
cambiamento? Dov’è il rispetto per la vita? Per questo faccio un
appello alla Seccion XXII, alle organizzazioni sociali e
democratiche, che lottano e resistono affinché il loro progetto sia
determinante, così come a tutta la comunità di Oaxaca, affinché
riesca, in qualunque modo,  a strappare il potere dalle mani
della classe politica e a questo governo assassino.

Brech, non smetterò mai di
fare qualcosa per gli altri in tutti i giorni della mia vita, come ci
siamo sempre detti e per tutto l’impegno che hai messo nell’essere
quello che eri. Non dimenticheremo mai. Che Dio ci dia la possibilità
di aiutare coloro che hanno bisogno e mi dia la possibilità di stare
accanto ai nostri due figli Omar e Ita, che sono da oggi figli del
movimento che chiede giustizia. La fratellanza che ci circonda è
immensa, i tuoi figli saranno sicuramente discepoli della tua lotta e
dell’indignazione di fronte alle ingiustizie, dell’offrire la propria
vita per gli altri perché è necessario, è perentorio, andare
avanti e sorprenderci ogni volta per il dolore, la miseria e le
ingiustizie che giorno per giorno si susseguono e difendere i più
poveri è un dovere umano. 

A nome di tutti ti dico che
ti amiamo, ti ameremo e resterai nei nostri cuori e nella nostra
mente, in questi giorni in cui a volte le gambe tremano e l’anima
vacilla, il tuo esempio ci fa alzare e dire: Basta!!! 

Basta tacere, basta chinare
la testa e rendersi conto che tutto passa tranne l’odio, la rabbia e
il coraggio di non poter cambiare l’ingiusto destino a cui ci hanno
obbligato i politici corrotti, i corpi di polizia, i militari, i
vigilantes, i paramilitari, i padroni del denaro, la classe politica
putrefatta, che sa farsi ascoltare solo con l’uso delle armi. Il
popolo può cambiare il suo destino e costruire il suo cammino di
autonimia e di autodeterminazione, come abbiamo sempre sognato e
condiviso con i movimenti, con la Otra Campaña, con la Rete di Radio
del Sud-Est Messicano, con la AMAP, con la REMA, con la RMALC, con il
movimento indigeno, con le organizzazioni nazionali e internazionali,
con la gente con cui abbiamo parlato e con tutti i nostri fratelli e
sorelle di lotta che resistono e cercano un mondo per il quale anche
tu hai deciso di offrire la tua vita, con la quale ti sei portata una
parte di tutti/e noi che siamo ancora qui commossi/e, arrabbiati/e,
costernati/e.

Perché tu sei il fiore e il
tuo seme è il frutto del cammino degno da percorrere, non ti
dimenticheremo mai, Omar, Ita e io, ti diciamo hasta la victoria…

Che Ulises Ruiz, Evencio
Martinez, Rufino Juarez, Anastazio Juarez, Antonio Cruz e l’Autorità
della Savana paghino per questo!!!

Morte al cattivo governo
repressore e assassino di Ulises!!!

Rompiamo l’assedio in cui
tiene San Juan Copala!!!

Bety non si ferma né con la
morte né con le mitraglie!!!

¡Tierra, Libertad o Muerte!

Con tutto il nostro amore.

Omarcito, Itandewi e Omar
Esparza

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