Lo zapatismo è attualmente, su scala
internazionale, uno dei riferimenti di lotta civile e di cambiamento ed
un esempio di quello che può ottenere una società organizzata. Per la via dei fatti, l’autonomia e l’autorganizzazione
delle sue comunità si consolidano come modo di vita capace di superare
abbondantemente il modello proposto (imposto) dalle democrazie formali
e rappresentative.
Con la finalità di minare l’alternativa zapatista, il governo
statale chiapaneco della sinistra istituzionale messicana (PRD) e
l’estrema destra dal governo federale (PAN) fomentano gli scontri ed
attacchi per mano di organizzazioni paramilitari come “L’Ejército de Dios” o la “OPDDIC“.
Queste organizzazioni, formate da membri del PRI e da altri elementi
violenti e con nullo bagaglio etico, attaccano l’obiettivo comune: le basi di appoggio dell’EZLN.
Il conflitto per il recupero delle terre è al culmine. Sono in gioco due visioni contrapposte. Da una parte chi lavora e preserva la terra. Dall’altra chi vuole sottrarla per sfruttarla.
Febbraio 2010 scuote le fondamenta del Chiapas. Secondo
le informazioni pubblicate negli ultimi giorni, si sono verificati
gravi scontri con minacce di morte e di sparizioni contro autorità
ejidales aderenti all’Altra Campagna e basi di appoggio zapatiste
(BAEZLN). Il preavviso di questo scenario era stato mostrato a fine
gennaio dall’esercito e da diversi corpi di polizia con gli sgomberi
violenti di Bolon Ajaw, Montes Azules, SS Bachajón, Mitzitón, Comunidad
5 de Marzo.
La prevedibile continuazione prospettata dalle alte sfere governative indica un probabile pericolo di instabilità
per comunità come Nuevo San Gregorio, Nuevo Salvador Allende, Nuevo San
Pedro, 6 de Octubre, Laguna el Paraíso, Ojo de Agua el Progreso, Ojo de
Agua la Pimienta, San Jacinto Lacanjá, Nueva Galilea, Chuncherro,
Benito Juárez e Ranchería Corrozal.
La persistente strategia di persecuzione e demolizione delle
multinazionali del turismo per riconquistare il territorio hanno
bisogno di contundenti misure di contrainsurgencia che le istanze
ufficiali offrono loro su un vassoio. Così come, di nuovo, i mezzi di
comunicazione giocano un ruolo chiave fondamentale nella
destabilizzazione delle reti sociali. In questo senso, e come già
abbiamo fatto alla fine di novembre del 2009, denunciamo le informazioni in forma di veline consegnate
a determinati mezzi di comunicazione. Se si offre l’informazione di
sola una delle parti in conflitto, dov’è l’equidistanza professionale?
In un contesto come quello del Chiapas, non dare voce ad entrambe le
parti è quanto meno tendenzioso.
Dalla Confederazione Generale del Lavoro (CGT) dello Stato spagnolo,
trasmettiamo il nostro stato di allerta ed annunciamo che seguiremo la
situazione e nei prossimi giorni intraprenderemo azioni di mobilitazione e denuncia pubblica coordinate per chiedere l’interruzione degli inammissibili eccessi commessi contro le Comunità zapatiste.
(Traduzione “Maribel” – Bergamo)