[07-06-2009] Solidarieta’ con i prigionieri di Bachajon (Chiapas)


Solidarieta


All’Altra Campagna
Ai media indipendenti
Alle comunita’ indigene del Chiapas e del Messico
Ai/lle ribelli/e di tutto il mondo

Il
collettivo Nodo Solidale di Roma (Italia) e il Collettivo Zapatista di
Lugano "Marisol" (Svizzera) esprimono la piu’ profonda preoccupazione e
rabbia per l’incremento della violenza repressiva contro le comunita’
indigene in Messico ed in Chiapas in particolare.

Piu’
specificamente ci riferiamo alla detenzione arbitraria di 7 compagni
dell’Altra Campagna appartenenti alle terre comunali di Bachajon, terre
ambite dagli interessi multinazionali coinvolti nella costruzione
dell’autostrada "San Cristobal – Palenque" e nei progetti eco-turistici
delle cascate di Agua Azul. Questi compagni sono accusati di rapina, un
delitto fabbricato dalle autorita’ del governo per incarcerare coloro
che si oppongono a tali progetti e che preferiscono vivere del prodotto
della terra e dei boschi, piuttosto che divenire schiavi del business
del turismo. In particolare si colpiscono le comunita’ od
organizzazioni aderenti a quel profondo programma di lotta e di
cambiamento rappresentato dall’Altra Campagna, promossa dall’Esercito
Zapatista di Liberazione Nazionale, il cui esempio d’indipendenza,
autonomia e ribellione continua a diffondere speranza in Messico e in
tutto il pianeta.

Denunciamo che i sette compagni, indigeni
tzeltales, sono stati arrestati violentemente, torturati e obbligati a
firmare una lettera auto-incolpante senza che sia stata tradotta nella
loro lingua. Durante le perquisizioni, le forze repressive hanno rubato
gli averi delle loro famiglie e una volta in carcere i prigionieri sono
stati obbligati a dormire sul pavimento, a lavorare forzatamente e
sotto minaccia. Questi compagni delle terre comunali di Bachajon,
attualmente occupate dalle forze militari e di polizia, sono: Jeronimo
Gomez Saragos, Antonio Gomez Saragos, Jeronimo Moreno Deara, Miguel
Demeza Jimenez, Alfredo Gomez Moreno, Sebastian Demeza Deara e Pedro
Demeza Deara.

La fabbricazione di false prove da parte delle
autorita’ per arrestare i lottatori sociali, la violenza e la
violazione dei diritti umani e la militarizzazione delle comunita’
rurali sono parte di una manovra che gia’ conosciamo e che utilizza il
Capitale, attraverso lo Stato, per espropriare agli indigeni, e ai/lle
messicani/e in generale, le loro risorse naturali, la sovranita’ sulla
loro terra e il territorio, specialmente quando i veri proprietari di
tali spazi sono villaggi e popolazioni ribelli, non sottomesse,
anticapitaliste ed organizzate.

Questo copione l’abbiamo gia’
visto ad Atenco, dove ancora ci sono 12 prigionieri politici, nello
stato di Guerrero militarizzato con la scusa della guerra al
narcotraffico, a Oaxaca durante e dopo la formidabile esperienza dalla
APPO. Lo stesso destino e’ toccato a Alberto Patishtan Gomez in
Chiapas, detenuto ingiustamente da 8 anni. E in molti altri posti dove
la resistenza non si vende e non vende le sue terre al Capitale.

Vogliamo
ricordare che anche i nostri compagni dell’Alleanza Magonista Zapatista
(AMZ) di Oaxaca, indigeni zapotecos della comunita’ Santiago de Xanica,
Abraham Ramirez Vasquez, Juventino Garcia Cruz e Noel Garcia Cruz, sono
ancora ingiustamente imprigionati da parte del mal governo
dell’assassino Ulises Ruis Ortiz dal 15 gennaio del 2005. Gli hanno
sparato, li hanno repressi e tuttora si trovano imprigionati per aver
difeso i loro boschi, le loro terre, i loro costumi di fronte gli
affari delle multinazionali. Non vengono liberati perche’ non si
azzittiscono ed adesso Abraham, dopo un violento trasferimento dal
penitenziario di Pochutla, e’ rinchiuso nel carcere di massima
sicurezza di Mihuatlan, Oaxaca.

Loro, i/le prigionieri/e
politici/che di tutto il Messico, dimostrano che la democrazia statale
e’ solo una cellula amministrativa e repressiva del grande Capitale
internazionale e che la soluzione e la direzione della nostra lotta
possono venire solo dal basso e a sinistra, con la gente e fra la
gente.

Per questo non li lasceremo soli/e: in Italia, in
Svizzera, in Europa e nel mondo sempre troveremo un modo di ribadire
che la lotta di alcun*, e’ la lotta di tutt*; perche’ la difesa della
madre terra ci anima e il sogno di farla finita col capitalismo ci
unisce.

Nei prossimi mesi, durante le proteste che si
organizzeranno contro il vertice del G8 in Italia, quest* prigionier*
saranno presenti nei nostri slogan, nei cortei, nei momenti di
controinformazione. Invitiamo tutt* ad attivarsi, a unirsi alle
mobilitazioni, a prendere coscienza che solo l’azione coordinata e la
resistenza, a livello territoriale e globale, aprira’ le carceri e ci
liberera’ dal capitalismo.

No al g8, nessun vertice sulle le nostre vite!

Liberta’ immediata per gli arrestati di Bachajon, Chiapas!

Rispetto ed autonomia per le comunita’ indigene del Messico!

Liberta’ per chi lotta e per le vittime della disuguaglianza sociale nel mondo!

No border, no nation, no prison.

Collettivo Nodo Solidale (Roma, Italia) – http://www.autistici.org/nodosolidale/
Collettivo Zapatista Marisol (Lugano, Svizzera) – http://czl.noblogs.org/

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