"La mia r-esistenza"
di Spartaco
La r-esistenza non esiste senza l’altro, senza una controparte, senza un’autorità reputata ingiusta. L’autorità di una minoranza di parassiti che impongono scelte politiche, morali ed economiche sulle masse, è quello che mi fa arrabbiare. Se fossi solo al mondo, o se vivessimo come esseri liberi ed uguali (o se fossi un borghese felice d’esserlo), non mi ribellerei e non sarei, di conseguenza, un rivoluzionario (alla mia maniera, con la mano non armata). La mia r-esistenza la voglio organizzata, deve essere una “lunga miccia”, che sì, farà esplodere qualcosa, ma al momento giusto e nel luogo adatto. L’esplosione immediata, il fuoco di paglia che non va oltre alla ribellione non è abbastanza. Io voglio la Rivoluzione Sociale. La mia r-esistenza quindi, oltre ad una controparte vuole dei partigiani, donne e uomini accomunati dallo spirito di giustizia e dalla dignità di essere determinati contro i prepotenti. Gente, un po’ come dicono gli anarchici, che vuole la pace tra gli oppressi, la guerra agli oppressori.
La mia rabbia nasce dopo aver provato vergogna ed imbarazzo nell’essere trattato meglio di altri – senza alcun motivo che lo giustificasse -, ho provato schifo con i leccapiedi che si prostrano, ho sentito parlare male degli immigrati, degli operai, di chi è debole e ha poco prestigio, di chi è un “senza voce” o è un po’ “sfigato”; in generale quindi, di chi sta per scelta o per ingiustizia alla base della piramide sociale/produttiva. Per scelta io voglio stare con questi ultimi perché la mia r-esistenza sia anche un’esistenza dignitosa, coerente con ciò che credo giusto, non imputridita dalle compagnie d’élite che sono spesso vuote e odiose nella loro superficialità, egoismo, cafonaggine. Tutto ciò senza generalizzare, senza trasformare la rabbia in un viscerale “odio di classe” ma mantenendola dignitosa per battersi al fine dell’eliminazione delle classi.
Cerco di impegnarmi per organizzare il malcontento, per offrire speranza e voglia di cambiare a tante altre persone. Quest’ultima condizione è forse necessaria per organizzare l’esplosione, per studiare la maniera migliore per lacerare le altrui e proprie catene. Per far sì che la mia miccia si intrecci con tante altre micce e, alla fine, produrrà una detonazione dove nessuno perirà ma renderà in polvere l’idea di gerarchia, di dominio e sfruttamento. Rivoluzione Sociale dunque! Non solo ribellione.
Utopia? Idealismo? Distacco dalla realtà? In parte potrebbe essere vero… Come è vero che senza gli ideali non si combina un fico secco…In ultima cosa, ma non meno importante: la rabbia è anche quella che provo nella necessità più o meno condizionata di firmare questo scritto con uno pseudonimo.
Spartaco
(pseudonimo degno e r-esistente)