[Oaxaca] Consegnata lettera e azione al Consolato onorario del Messico presso la Globus Sa


 

 

 Ven 7 maggio è stato recapitato il
seguente comunicato al Consolato onorario del Messico a Grancia
presso la Globus SA (agenzia turistica).

La consegna è stata
accompagnata da un’azione di denuncia.

Lo scorso 27 aprile in
Messico una carovana d’osservazione si dirigeva verso il Municipio
autonomo di San Juan Copala, Nello stato di Oaxaca. La carovana
portava beni di prima necessità, svolgeva un ruolo di osservazione
dei diritti umani e contribuiva a diffondere informazioni sulle
condizioni di vita degli abitanti della regione: il popolo Triqui.
Composta da osservatori nazionali e internazionali è stata
violentemente attaccata con armi da fuoco ancor prima di raggiungere
San Juan Copala.
L’attacco portato a termine da un gruppo di
paramilitari a tolto la vita a due compagn*, Beatriz Alberto Cariño
e Jyri Jaakkola e una quindicina i feriti!

In tutti gli
angoli d’europa diversi sono stati momenti di protesta e solidarietà!

 http://www.europazapatista.org/?Colectivos-europeos-condenan

QUE CORRA LA VOZ!

COMUNICATO

Lugano, 7 maggio
2010

Al Consiglio di Stato,
Al Consolato onorario del
Messico,
Ai mezzi di comunicazione,
Alle agenzie turistiche

Lo scorso 27 aprile in Messico una carovana per la pace
si dirigeva verso il Municipio autonomo di San Juan Copala, nello
stato di Oaxaca. La carovana portava beni di prima necessità,
svolgeva un ruolo di osservazione dei diritti umani e contribuiva a
diffondere informazioni sulle condizioni di vita degli abitanti della
regione: il popolo indigeno Triqui. Composta da osservatori nazionali
e internazionali la carovana per la pace non ha mai raggiunto San
Juan Copala. L’attaco con armi da fuoco porato a termine da un gruppo
paramilitare ha tolto la vita a due partecipanti: Beatriz Alberto
Cariño e Jyri Jaakkola. I feriti sono stati quindici, e le persone
scomparse, per più di una settimana, sei.

Siamo
profondamente indignati e preoccupati di fronte all’escalation di
violenza e repressione a cui sono sottoposte le comunità indigene in
Messico. In molti stati del paese a forte presenza indigena, le
comunità che hanno scelto di vivere secondo i propri usi e costumi
vengono costantemente aggredite da gruppi paramilitari che si muovono
in un contesto di connivenza con le autorità statali, nel silenzio
dei media e nella più totale impunità. Come segnalato anno
dopo
anno dal rapporto alle Nazioni Unite dalla Commissione internazionale
per i diritti umani, in Messico la violazione di tali diritti è
sistematica. Assassinii, condizioni di vita inumane, tortura,
disparità di trattamento e impunità sono elementi della vita
quotidiana dello Stato.

Crediamo inoltre che le autorità
messicane stiano usando i fatti del 27 aprile per inviare un
ulteriore segnale alle persone che si battono per il diritto ad una
vita degna e il rispetto dei diritti umani. La loro vita infatti non
solo non è stata protetta, ma le dichiarazioni del governatore dello
stato di Oaxaca Ulises Ruiz, indicano non solo un disimpegno nello
svolgere delle indagini approfondite, ma anche il voler
criminalizzare la carovana per la pace.

A partire dal
1994 dal cantone Ticino più di 80 persone sono partite alla volta
del Messico, dove hanno svolto il ruolo di osservatrici civili per la
pace e che ancora oggi, ogni anno e per la stessa ragione, continuano
a partire.
Consapevoli che solo il caso ha evitato che fosse una
persona originaria del canton Ticino a morire nelle terre del
messico, chiediamo al Consiglio di stato di chinarsi sulla situazione
sopra descritta e farsi portavoce presso il Dipartimento degli affari
esteri delle seguenti richieste al governo Messicano relative ai
fatti del 27 aprile:
– chiarezza su quanto avvenuto nella regione
Triqui di Oaxaca;
– apertura di un inchiesta indipendente che
indindividui i responsabili morali e materiali dell’accaduto;

la cessazione degli attacchi dei paramilitari;
– garantire la
sicurezza per tutte quelle persone che sono state minacciate nella
regione.

Inoltre considerando che in territorio Messicano non
ha radici nessuna guerra fratricida, ma che si tratta di una violenza
e di azioni che rispondono ad una strategia politica e economica
portata avanti dalle autorità nazionali e statali con l’avvallo
indiretto dei governi dell’OCSE (tra cui la Svizzera), chiediamo che
per quanto concerne l’insieme del territorio, il governo messicano
sia esortato:
– a rispettare i diritti umani;
– a garantie la
sicurezza e l’integrità delle persone che lavorano per la loro
difesa.

Il legame di solidarietà che molti di noi
intrattengono con chi abita le terre del Messico oltrepassa i confini
nazionali e contribuisce al processo di riconoscimento dei diritti
delle popolazioni indigene e di chi cammina accanto a loro. Nella
nostra regione favorisce la crescita delle persone e della
collettività. Non ci lasceremo intimidire dal Governo messicano e
continueremo nel nostro cammino di solidarietà verso le comunità
autonome del Chiapas e di Oaxaca, verso i prigionieri rinchiusi e
maltrattati nelle carceri messicane, per la loro lotta, per un altro
messico, per un altro mondo.

Collettivo Zapatista Marisol

Coprascor – Progetti d’autonomia

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