Gli ejidatarios di Bachajón denunciano un tentativo di esproprio ad Alan Sac jun


La Jornada – Venerdì 1 luglio 2011

Gli ejidatarios di Bachajón denunciano un tentativo di esproprio ad Alan Sac jun

Hermann Bellinghausen. Inviato. San Cristóbal de las Casas, Chis. 30 giugno. Gli ejidatarios di San Sebastián Bachajón (municipio di Chilón), aderenti alla Sesta Dichiarazione della Selva Lacandona, hanno lanciato l’allarme su un tentativo di esproprio ad Alan Sac jun, che fa parte dell’ejido, da parte di gruppi filogovernativi. Nello stesso tempo, la comunità tzeltal denuncia abusi e trattamenti discriminatori delle autorità carcerarie a Playas de Catazajá nei confronti dei familiari progionieri politici della comunità (conosciuti come i cinque di Bachajón, anche se uno di loro si trova in un istituto di correzione ad Ocozocuautla).

Gli ejidatarios accusano di abusi e maltrattamenti David Montero Montero e David Arias Jiménez, direttore e sindaco, rispettivamente, del Centro Statale di Reinserimento (CERS) numero 17, a Playas de Catazajá, “e gli agenti penitenziari, poiché lo scorso 26 giugno un gruppo di familiari dei detenuti sono stati obbligati a mostrare le parti intime prima di far visita ai detenuti”. Gli agenti “non hanno rispettato l’integrità dei parenti, offendendoli verbalmente e fisicamente”.

Riferendosi direttamente al nuovo segretario esecutivo del Consiglio Statale per i Diritti Umani (CEDH), Diego Cadenas Gordillo (che è stato direttore del Frayba, e come tale difensore in varie occasioni degli ejidatarios dell’Altra Campagna di San Sebastián), si domandano dov’è la lealtà che ha giurato assumendo giorni fa questo incarico: “Al suo insediamento, ha giurato lealtà per il rispetto dei diritti umani, o per servire e coprire le malefatte del malgoverno? Perché la verità è che il governo mette un prezzo al rispetto di questi diritti”.

Gli ejidatarios esigono un trattamento giusto e rispettoso verso i parenti dei detenuti, perché quando accedono alla prigione “si sentono minacciati”. Chiedono che il governo “dimostri la volontà di rispettare i diritti umani, e non spenda soldi per comprare personale per il consiglio statale, un ente in più al servizio dell’ingiustizia e maschera del governo per realizzare atti discriminatori”. Ricordiamo che già nei mesi scorsi ci fu un diverbio tra questi indigeni ed i visitatori della CEDH.

Rispetto al conflitto ad Alan Sac jun, denunciano che Manuela Jiménez Pérez è minacciata di esproprio violento di un terreno recuperato dagli ejidatario nel 2009, dopo la sua alienazione fraudolenta dell’allora consigliere di vigilanza ejidale filogovernativo, Pascual Pérez Álvaro.

Melchorio Jiménez Gómez ed altri quattro abitanti di Alan Sac jun, annesso all’ejido stesso, “minacciano Manuela Jiménez Pérez” (attualmente nella comunità di Cacateel) “con l’intenzione di sottrarle un terreno che era stato recuperato dalle mani di Pérez Álvaro”, che aveva acquisito la proprietà “con risorse ricavate dalla sua mala gestione”, e che poi “è stato recuperato dagli aderenti dell’Altra Campagna”.

Attualmente, “in complicità col commissario, inappropriatamente chiamato di ‘unità per la pace sociale’ “, i sopracitati “vogliono impadronirsi con violenza” del terreno, e li ritengono  responsabili “di ogni eventuale aggressione fisica contro la signora Manuela ed i suoi familiari, poiché ci consta che il commissario filogovernativo ha realizzato riunioni private per pianificare l’esproprio, insieme a Melchorio Jiménez Gómez”, che nel 2009, nella veste di agente ausiliare del centro Alan Sac jun, “rilascio una prova di possesso delle terre” alla signora oggi minacciata.

Gli ejidatarios dell’Altra Campagna avvertono: “Non permetteremo questi abusi da parte delle autorità filogovernative. Se attueranno le loro minacce, agiremo come organizzazione per appoggiare la nostra compagna”. Riterranno responsabili i filogovernativi “di quello che potrà succedere in questi giorni nelle vicinanze del terreno”. http://www.jornada.unam.mx/2011/07/01/politica/016n1pol

(Traduzione “Maribel” – Bergamo)

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