Archivio per la categoria COMUNICATI PIRATA

Lettera in solidarietà con tutti e tutte i detenuti in lotta in qualsiasi angolo del mondo. Lettera nata dalla convocatoria finale dell’incontro di Europa Zapatista al presidio di Venaus.

 

Alle prigioniere e ai prigionieri politici di ogni geografia
Alle famiglie e ai collettivi delle prigioniere e prigionieri politici
Agli aderenti della Sesta Dichiarazione della Selva Lacandona
Ai popoli del Messico e del mondo

Presidio di Venaus in Val di Susa, Italia

15 giugno 2014

Compagne e compagni:

Da questo territorio ribelle, dove lottano contro la costruzione del Treno ad Alta Velocità (TAV) Lione-Torino, contro la spogliazione, lo sfruttamento e il capitalismo donne, uomini e bambini che si sono organizzati nel movimento No TAV. In questo luogo dal 13 al 15 di giugno si sono incontrati i collettivi europei di solidarietà con gli zapatisti e con quelli che lottano dal basso.

Dal presidio di Venaus vi mandiamo queste parole solidarie: Prosegui la lettura »

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Dichiarazione dall’ incontro dei collettivi europei solidali con lo Zapatismo

Incontro di collettivi europei solidali con lo Zapatismo

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Presidio di Venaus, val di Susa, Italia.

Domenica 15 giugno 2014.

Alle comunità Base di appoggio zapatiste.

All’Esercito Zapatista di Liberazione Nazionale

Ai compagni e alle compagne della Sexta nel mondo.

Ai popoli che lottano dal basso a sinistra.

I giorni 13,14, e 15 giugno del presente anno nel presidio di Venaus, luogo emblematico della lotta No Tav in val di Susa, Italia, si è tenuto un incontro di collettivi europei solidali con la lotta zapatista chiamato Galeano Vive. Prosegui la lettura »

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La PIRATA: complici nel dolore e nella lotta con l’EZLN

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Molt*, quasi tutt* quell* che lottiamo per un mondo migliore, sappiamo ciò che si sente quando uccidono un/a compagn@. Il dolore è come un pugno che stringe le budella, le mani tremano di rabbia, gli occhi fissi guardano attraverso le lacrime. Si tratta di un’assenza che non è e non sarà vuoto, perché la riempiono la memoria viva e il dovere di continuare la lotta.

In tutte le geografie, contro tutti i governi, abbiamo sofferto e vissuto questo lutto e questa indignazione che deve trasformarsi in azione, affinché non si fermi il nostro cammino.

Così si sentiranno le e i compagn* zapatist* e la familia di José Luis Solis Lopez, il compa Galeano, fra i migliaia di maestri della Escuelita Zapatista, incontro di artigian* di sogni dove abbiamo imparato, toccato e confrontato i risultati dell’autonomia dei popoli dell’Esercito Zapatista di Liberazione Nazionale (EZLN). Al compagno hanno sparato ripetutamente, lo hanno colpito in faccia con un machete e infine gli hanno sparato alla testa, con un colpo di grazia. Altri zapatisti sono stati feriti, alcuni gravemente, il passato 2 maggio durante la stessa imboscata nel Caracol de La Realidad, a pochi passi dal centro del governo autonomo zapatista del Caracol I della zona Selva Fronteriza.

Si sarà sentita in questo modo la gente di San Sebastián Bachajon, dopo l’assassinio di Juan Vazquez Guzman nell’aprile del 2013 e di Juan Carlos Gomez Silvano nel marzo di quest’anno, entrambi compagni aderenti della Sesta Dichiarazione della Selva Lacandona dell’EZLN.

E chi sono gli assassini? Chi sono gli aggressori?

Una piramide di colpevoli. Le politiche neoliberiste cercano di farla finita con i popoli che si rifiutano di scomparire ed essere assorbiti dal mercato globale o, semplicemente, che resistono contro la mercificazione delle proprie risorse naturali. Tra i responsabili segnaliamo alcuni noti assassini al servizio delle grandi imprese, come il Presidente del Messico Peña Nieto o il Governatore del Chiapas Manuel Velasco Coello, fautori di questa strategia di persecuzione verso le comunità indigene organizzate. Alla base, per fare il lavoro sporco, come sicari o provocatori, ci sono le organizzazioni di contadini legate ai partiti al governo, le quali sono pagate e premiate per fare questo infame lavoro. Per questo attaccano l’EZLN, perché oltre ad opporsi alla vendita del proprio territorio dimostra, nei fatti, che i politici sono di troppo e disturbano, e che si può vivere senza l’aspirazione di accumulare soldi e ricchezze materiali.

Allo stesso modo che in Europa i fascisti aggrediscono e picchiano laddove la polizia non può arrivare per l’alto costo politico che rappresenterebbe, in Messico i gruppi paramilitari attaccano le comunità zapatiste, mascherando agli occhi dell’opinione pubblica l’implicazione diretta dell’esercito e delle altre istituzioni. Come i fascisti che hanno ammazzato i nostr* compagn* godono dell’impunità e della protezione della polizia e delle istituzioni, allo stesso modo i sicari e picchiatori di queste organizzazioni di agricoltori attuano protetti dalle forte armate e politiche del governo, secondo il piano di contro-insurrezione che e’ stato pianificato per distruggere il processo di autonomia dell’EZLN.

Sappiamo che questo non si ferma. Né con pallottole, né con le bugie dei mezzi di comunicazione, né con soldi. La lotta per la giustizia, la libertà e la democrazia è antica e grande come il mondo. Nelle nostre geografie ci prendiamo l’impegno di diffondere ciò che sta succedendo, con la realizzazione di alcuni eventi solidali e informativi, e aderendo a qualunque chiamata che arrivi dal Messico dai e dalle nostr* compagn* di là.

Hasta la victoria siempre, compa Galeano!
NON UN PASSO INDIETRO! BASTA CON LA GUERRA CONTRO LE COMUNITÀ ZAPATISTE!

LA PIRATA:
Nodo Solidale (Italia/Messico)
Colectivo Zapatista di Lugano (Svizzera)
Nomads, Italia e Berlino (Germania)
Aderenti individuali

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La PIRATA sulle aggressioni alla comunita’ zapatista 10 de Abril

La PIRATA sulle aggressioni alla comunita¡L@S ZAPATISTAS NO ESTÁN SOL@S!

Como Plataforma Internacionalista por la Resistencia y la Autogestión Tejiendo Autonomías (PIRATA) reiteramos nuestra solidaridad con la comunidad zapatista del Ejido 10 de Abril, municipio 17 de Noviembre, perteneciente al caracol de Morelia, ante las viles agresiones que sufrieron en los últimos días por parte de grupos de choque de la organización CIOAC (Central Independiente de Obreros Agrícolas y Campesinos – “Democrática”). Prosegui la lettura »

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La situazione in Messico de LA PIRATA

La situazione in Messico

da: LaPirata http://lapirata.indivia.net/

Messico Attuale – Prima Parte

Messico Attuale – Seconda Parte

Il ritorno al potere del dinosauro PRI, partito onnipresente nella storia post-rivoluzionaria del Messico rappresentato da un presidente dal passato oscuro erede della classe politica che da Carlos Salinas de Gortari in poi ha consegnato il paese nelle mani delle imprese straniere, intrappolandolo nelle maglie del neoliberismo. Enrique Peña Nieto ha preso il potere il primo di dicembre, giornata in cui ci sono state enormi proteste contro il colui che fu il mandante della repressione di Atenco del 2006, proteste violentemente represse, specchio di una “nuova” strategia politica che tende a dividere la gente tra buoni e cattivi, giustificando così repressioni spietate

Seconda parte: Pacto por Mexico, una serie di accordi sottoscritti dai tre maggiori partiti per articolare una lunga serie di riforme tese ad un discutibile modello di sviluppo. Tra le varie riforme messe in atto quella che al momento sta sollevando maggiori proteste è quella della scuola: in tutta la federazione maestri e studenti si sono mobilitati; in questa analisi si riporta brevemente quanto avvenuto nel DF e nello stato di Guerrero.

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[24-03-2013] Solidarietà con l’Asilo 45

Pochi mesi fa abbiamo avuto la possibilità di presentare il nostro percorso di solidarietà dal basso come Piattaforma Pirata in Messico  all’interno di una serata organizzata dai compagni e le compagne dell’Asilo 45 di Boscoreale.  Un serata di scambi e contaminazioni che ci ha fatto conoscere e apprezzare questo avamposto di autogestione in un territorio così difficile e devastato.
Già ci raccontavano dei problemi con l’amministrazione, del taglio dell’energia elettrica e ora veniamo a sapere che la facciata dell’edificio è stata murata e addirittura sono state poste telecamere di video sorveglianza. Prosegui la lettura »

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[24-03-2013] Solidarietà con l’Asilo 45 sgomberato

Pochi mesi fa abbiamo avuto la possibilità di presentare il nostro percorso di solidarietà dal basso come Piattaforma Pirata in Messico all’interno di una serata organizzata dai compagni e le compagne dell’Asilo 45 di Boscoreale. Un serata di scambi e contaminazioni che ci ha fatto conoscere e apprezzare questo avamposto di autogestione in un territorio così difficile e devastato.
Già ci raccontavano dei problemi con l’amministrazione, del taglio dell’energia elettrica e ora veniamo a sapere che la facciata dell’edificio è stata murata e addirittura sono state poste telecamere di video sorveglianza.

Una scelta chiara da parte dell’amministrazione che preferisce far si che questo luogo torni a essere un qualsiasi spazio abbandonato invece che essere vissuto dalla comunità come punto di aggregazione e autogestione. Prosegui la lettura »

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Solidarietà della PIRATA con le comunità zapatiste aggredite

Solidarietà della PIRATA con le comunità zapatiste aggredite

Mercoledì 19 Settembre 2012

All’Esercito Zapatista di Liberazione Nazionale
Ai/alle compagne base d’appoggio zapatista della Nueva Comunitad Comandante Abel
Alla Otra Campaña
Alla Sesta Internazionale

Fratelli e sorelle del mondo:

Con grande rabbia e indignazione abbiamo saputo della grave e dïfficile situazione che stanno vivendo i nostri fratelli e sorelle basi d’appoggio zapatiste (BAZ) nella Nueva Comunitad Comandante Abel (prima San Patrizio), Municipio Autónomo la Dignidad.

Il giorno 12 Settembre, la Giunta di Buon Governo (JBG) Nueva Semilla que va a Producir, del Caracol V Que Habla para Todos, Roberto Barrios denunciò pubblicamente la ennesima aggressione paramilitare subita dalle basi d’appoggio zapatiste Prosegui la lettura »

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21 ott: azione internazionale per i prigionieri in Chiapas

21 ott: azione internazionale per i prigionieri in Chiapas
In caso di adesione e per raccontare la vostra azione (anche uno striscione, un volantino, un graffito…) ai prigionieri politici in lotta, mandate il vostro report o qualche foto a:

nodosolidale@autistici.org
noestamostodxs@riseup.net


San Cristobal de Las Casas, Chiapas.
11 ottobre 2011

A la Sesta Internazionale
Alle organizzazioni, collettivi ed individui aderenti all’Altra Campagna

Compagni e compagne,
un saluto ribelle dal sud-est messicano.

Il giorno 29 settembre 2011 i/le prigionier* politic* del collettivo La Voz del Amate, Solidari*s de La Voz del Amate, il prigioniero del collettivo di ex-carcerati Voces Inocentes e i prigionieri aderenti all’Altra Campagna del villaggio di Mitziton, hanno iniziato uno sciopero della fame indefinito e un digiuno di 12 ore giornaliere, due forme di lotta volte a ottenere la propria liberta’, sottratta da verdetti infami e falsi, e a difendere i diritti umani dei detenuti in Chiapas.

Il giorno 8 ottobre 2011, i/le familiari dei/lle prigionier* in lotta hanno cominciato un presidio permanente nell’atrio della cattedrale di San Cristobal de Las Casas, Chiapas, per rafforzare la lotta dei loro cari, rinchiusi ingiustamente nei vari penitenziari dello stato.

I/le familiari dei/lle prigionier* politic* in lotta, il Gruppo di Lavoro “No Estamos Todxs” e la Rete contro la Repressione e per la Solidarieta’ Chiapas convocano per VENERDI’ 21 OTTOBRE le organizzazioni, i collettivi, e le individualita’ solidali e aderenti all’Altra Campagna – negli orari e nelle forme che ognuno riterra´ opportune – a una serie di azioni decentralizzate internazionali di solidarieta’ ai/lle nostri/e prigionieri/e.

Esigiamo la liberta’ immediata ed incondizionata di tutt* i/le compagn* che si sono dichiarat* in sciopero della fame e digiuno lo scorso 29 settembre e i due compagni che si sono aggiunti con gli stessi reclami, lo scorso 3 ottobre.

Saluti fraterni.

Familiari dei/lle prigionier* politic*
Red Contra la Represion y por la Solidaridad, Chiapas
Grupo de Trabajo “No Estamos Todxs”

Pres@s Politic@s Libertad!

Se toccano un* di noi, toccano tutt* noi!

Abbattiamo i muri delle galere!

Viva l’Altra Campagna!

per maggiori informazioni (in castigliano):
http://noestamostodxs.noblogs.org


COMUNICATO DI SOLIDARIETA’ DELLA PIRATA

Nell’Europa del Sud, ottobre 2011.

Un grido di silenzio ci scuote dall’altra parte del mondo.

Lo sentite?

E’ un grido di rabbia per troppe ingiustizie. E’ un grido gonfio di dignita’, umile ma duro. Viene dalle viscere.

E’ lo sciopero della fame dei prigionieri politici del collettivo La Voz del Amate – di nuovo -, dei “Solidari@s de La Voz del Amate”, del villaggio tzotzil di Mitziton, del collettivo di ex carcerati di “Voces Inocentes”. E’ il grido di tredici indigeni del Chiapas che dal 29 settembre 2011 stanno rifiutando il cibo, otto in sciopero della fame indefinito e cinque con un digiuno giornaliero di 12 ore, per esigere, con questa azione estrema, la propria immediata scarcerazione.

Giorno dopo giorno il loro stato di salute, gia’ precario, peggiora.

Per questo motivo e’ urgente la solidarieta’ e l’azione di quanti lottano nei quattro angoli del pianeta. Sono stati arrestati per il fatto di essere indigeni, disprezzabili agli occhi del potere, e continuano ad essere perseguitati perche’ non si sono rassegnati e lottano per la verita’, per la propria ed altrui liberta’.

Quante volte, nelle nostre lotte, abbiamo sentito o vissuto una situazione identica?

Nello sciopero della fame e nella degna lotta di Alberto e Rosario, Juan e Manuel, Alfredo e Rosa, Pedro e Juan, Alejandro, Andres, Jose, Enrique e Juan, noi vediamo la rabbia muta e forte di migliaia di prigionieri politici palestinesi sequestrati in Israele; di migliaia di migranti che rifiutano i pasti dopati e si rivoltano nei Centri di Identificazione ed Espulsione europei dove sono rinchiusi; dei Mapuche che con i loro lunghissimi scioperi della fame stanno respingendo la legge anti-terrorista in Cile; in questa rabbia e in questo grido si riconoscono i curdi nelle segrete turche, i baschi e le basche torturate nei moduli FIES, tutti i/le dissidenti intrappolat* fra queste pareti umide e sporche tra le quali provano a schiacciare le idee.

Per tutto cio’ ci siamo presi il compito, insieme ad altri collettivi europei, di diffondere nei nostri spazi la protesta di questi prigionieri e prigioniere del Chiapas.
Che lo sappia il governo messicano: non potra’ piu’ affogare nell’oblio i nostri fratelli indigeni!

Ricordiamo che gia’ nel 2008 il collettivo di detenuti “La Voz del Amate” intraprese uno sciopero della fame che porto’ alla liberazione di oltre cento carcerati. Allora prese vita un gran movimento solidale di aderenti alla Sesta Dichiarazione della Selva Lacandona dell’EZLN e non solo; questo movimento assedio’ il Potere da fuori, mentre dentro i compagni davano l’esempio con 41 giorni di sciopero della fame. Oggi urge nuovamente la nostra azione: i familiari dei prigionieri in lotta hanno gia’ montato un presidio permanente nella piazza della Cattedrale di San Cristobal…

A loro, ai/lle prigionieri/e in lotta, alle organizzazioni piu’ coinvolte mandiamo il nostro abbraccio complice.
Cordonati, uniti, libereremo i prigionieri e costruiremo una societa’ senza galere.

La Pirata (Piattaforma Internazionalista per la Resistenza e l’Autogestione Tessendo Autonomia):

Collettivo Zapatista “Marisol” de Lugano – http://czl.noblogs.org/
Nodo Solidale – http://www.autistici.org/nodosolidale/
Nomads de XM24 – http://nomads.indivia.net/

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Volantinaggio e comunicato in solidarietà con gli zapatisti

Volantinaggio e comunicato in solidarietà con gli zapatisti

Pubblichiamo la traduzione del comunicato con il quale abbiamo aderito alla mobilitazione internazionale “L@s Zapatistas no estan sol@s”.
Inoltre, sabato 24 settembre, abbiamo realizzato un volantinaggio a Mendrisio (Svizzera), il cui testo viene dopo il comunicato, con il quale abbiamo esigito la fine degli attacchi alle comunita’ zapatiste e la liberta’ per i prigionieri politici in Messico, in Svizzera e in Italia.


Alle basi d’appoggio zapatiste;
ai popoli che resistono;
a chi lotta in tutto il mondo e alla gente di cuore:

Di nuovo si odono spari.
Sparano sulla multitudine, sui bambini, sulle donne, sugli uomini.

Sparano nella selva, nel deserto, nelle colonie. In Egitto, in Messico, in Libia, in Grecia, in Francia…

Per chi sono queste pallottole che fischiano vicine?

Per Ibrahim, 12 anni, ultimo bambino di Gaza ucciso da un razzo  telecomandato israeliano.

Per il popolo Yaqui, nel nord del Messico, che non vogliono che cambino loro la direzione del fiume che da direzione e vita alla loro storia.

Per i milioni di Mike Duggan, giovani che popolano le periferie di Londra, Parigi, Roma, Città Juarez, Los Angeles… e son ammazzati dalla polizia.

Per un migrante espulso con la forza e ucciso dalla polizia svizzera o per un mendicante rumeno abbandonato e picchiato dalle forze dell’ordine ticinesi.

Per un indigeno triqui nelle sue montagne e per un leader contadino di Oaxaca o di Guerrero.

Per Juan, camminante nel deserto di Sonora, e per Nabruka che non voleva di nuovo attraversare il Mediterraneo con la forza.

Per gli zapatisti di Nuevo Paraiso, di San Marcos Aviles, di San Patricio e di tutte le altre comunità autonome che sono attaccate dai paramilitari.

Per chi il prossimo proiettile?

Nella guerra globale che il capitalismo ha sviluppato contro l’umanità, lottiamo contro coloro che uccidono quelli che vivono degnamente e al lato di coloro che vivono per combattere quelli che indegnamente uccidono.

Stiamo con gli zapatisti, esempio di lotta nella costruzione dell’autonomia e nella difesa del territorio. Siamo con quelle e quelli che negli ultimi mesi han sofferto nuove agressioni ai propri territori da parte di gruppi armati che, rubando la terra recuperata dalla lotta organizzata, fanno il gioco del governo dividendo le comunità, scontrandosi coi loro fratelli indigeni, seminando la paura tra la gente, con spari, raffiche, bruciando e invadendo terreni,
minacciando e assediando villaggi.

Stare al lato degli zapatisti e in questo caso specifico aderire alla chiamata nazionale “Gli zapatisti non sono soli” significa pure lottare per noi stessi e per il nostro diritto a esistere come alternativa viabile al regime neoliberista.

Gli zapatisti sono il nostro esempio di autonomia e di autogestione. Da loro, come da altre lotte nel mondo, molto abbiamo imparato: nel territorio Yaqui, a Oaxaca, in Palestina e, più vicino a noi, in val di Susa, dove un’intera valle rifiuta in maniera organizzata e contundente il progetto di morte del treno ad alta velocità che devasterebbe le loro montagne e porterebbe unicamente profitti per i ricchi.

La PIRATA, ossia la Piattaforma Internazionalista per la Resistenza e l’Autogestione Tessendo Autonomia, invita a un evento politico-culturale venerdi 23 settembre al C.S.O.A. il Molino e a un volantinaggio sabato 24 settembre a Mendrisio esigendo la fine dell’agressione alle comunità zapatiste ricordando che in Messico e in Chiapas sono ancora rinchiusi in prigione molti degni compagni.

Allo stesso tempo continueremo a stare al lato di coloro che lottano durante alcuni eventi politici e culturali che abbiamo programmato in Italia a Bergamo (27 settembre), Firenze (29 settembre) e Roma (30 de settembre e 7 di ottobre), rendendo pubbliche le denunce delle Giunte di Buon Governo zapatiste e dei prigionieri della Voz del Amate.

Gli spari sono per molti e provengono da molte armi.
Ma all’altro lato del grilletto, con uniformi diverse, c’è lo stesso assassino: il capitalismo.

Per questo, per sopravvivere, bisogna distruggerlo.

Dal profondo sud dell’Altra Europa, 22 settembre 2011.

 la PIRATA:
 Collettivo Zapatista “Marisol” di Lugano (Svizzera) – http://czl.noblogs.org/
 Nodo Solidale (Italia e Messico) – http://www.autistici.org/nodosolidale/
 Nomads di XM24 (Italia) – http://nomads.indivia.net/


 

COLPEVOLI DI ESISTERE!

In un sistema basato sull’accumulazione sfrenata di ricchezze e sul consumismo come stile di vita non c’e’ posto per tutti. Per questo ci hanno abituato all’idea che il benessere di pochi lo devono pagare gli altri: si saccheggiano territori, vicini e lontani, e si respingono i loro abitanti quando vengono a sudarsi qualche briciola di quelle ricchezze nella Fortezza Europa.

Ma fuori dalla logiche di accumulazione e consumo c’e’ un mondo. Un mondo di valori, di reti sociali, di affetti e differenze. C’e’ l’inesplorato pianeta delle opzioni alternative allo stile di vita imposto dalla cultura occidentale. Ci sono le valli, le montagne, i boschi, gli oceani. Ci sono popoli, uomini e donne che vestono e parlano mille culture.

Fuori da queste logiche, ma dentro delle alte mura di cemento, ci sono Billy, Costa e Silvia, prigionieri dello Stato elvetico. Loro, come noi, credono che la realta’ si cambia a partire da noi stessi, dal nostro agire, e che l’umanita’ deve rifondarsi in armonia con la natura, di cui e’ parte e non padrona.

Fuori dalle logiche della devastazione e dell’esproprio ci sono anche Nina e Marianna che resistono alla costruzione dell’Alta Velocità in Val di Susa, arrestate e rinchiuse dall’affarismo mafioso dello Stato italiano.

Fuori dalle logiche del capitalismo e con lo stesso spirito d’unione con la terra e gli esseri viventi che la popolano, ci sono Alberto Patishtan, Rosario Diaz Mendez e gli altri detenuti dei “Solidarios de La Voz del Amate”, prigionieri politici in Chiapas; ci sono, nello stesso carcere, i contadini indigeni di Mitziton; culture e pratiche condannate in blocco perche’ non comprano, non consumano, non producono secondo i diktat del Mercato ma agiscono ascoltando il ventre della Madre Terra e l’opinione dell’assemblea del proprio villaggio.

Ci sono gli zapatisti che, nonostante le aggressioni paramilitari e il dispiego delle truppe federali messicane sul loro territorio, dimostrano giorno per giorno che e’ possibile vivere senza l’intrusione dello Stato e del capitalismo. Dal basso hanno costruito scuole autonome, cliniche, cooperative, trasporti e forme di convivenza non competitive ma comunitarie. Senza grandi opere, senza centrali nucleari, senza azioni in borsa.

Fuori dalle logiche del capitalismo, esistere e’ sinonimo di resistere, cioe’ di non assimilarsi all’idea di essere una pedina dei banchieri e dei loro amministratori pubblici, i politici. Ma esistere e non assoggettarsi, per il sistema mercantile, e’ una colpa.

Per questo Alberto, Rosario, i prigionieri politici in Chiapas e quelli in Svizzera come Billy, Costa e Silvia, i migranti che sfuggono ai CIE e alle leggi del mercato, quelli che lottano negli spazi occupati, i palestinesi, le compagne arrestate in val di Susa… tutti/e siamo colpevoli perche’ tutt* siamo figli della stessa Madre Terra che difendiamo.

MAI PIU’ IN PRIGIONE PER DELLE IDEE!

LIBERTA’ PER BILLY, COSTA E SILVIA!

LIBERTA’ PER I PRIGIONIERI POLITICI IN CHIAPAS!

LIBERTA’ PER CHI LOTTA CONTRO LE NOCIVITA’ E DIFENDE IL TERRITORIO!

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[10-05-2011] Convoglio solidale a Gaza, adesione de La PIRATA

E nell’epoca attuale, la volontà che vuole imporre il capitalismo è distruggere/spopolare e ricostruire/riordinare il territorio conquistato. Sì, ora le guerre non si accontentano di conquistare un territorio e ricevere il tributo dalla forza vinta. Nella tappa attuale del capitalismo è necessario distruggere il territorio conquistato e spopolarlo, cioè, distruggere il suo tessuto sociale. Parlo dell’annichilimento di tutto quello che dà coesione ad una società.

(Subcomandante Marcos, Lettera a Luis Villoro gennaio-febbraio 2011) Prosegui la lettura »

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